12 nuovi Photored a Lecce. Bisogno di “far cassa” o sicurezza stradale?
Ritorno al passato e cittadini leccesi ancora una volta additati di essere degli indisciplinati cronici alla guida e migliaia di multe ed altrettanti ricorsi si affacciano all’orizzonte, se alla notizia dell’imminente installazione e attivazione di 12 photored su 6 incroci nel centro urbano di Lecce non si adotteranno adeguate misure di segnalazione delle nuove apparecchiature. È questo in estrema sintesi cosa sta accadendo e cosa accadrà non appena gli occhi elettronici di rilevazione del passaggio col semaforo “Rosso” entreranno a regime su alcune intersezioni cittadine ritenute ad elevato rischio sinistrosità. E dopo la pubblicazione della novità, è partito in città un tam tam tra i residenti la cui maggioranza, almeno a leggere i commenti velocemente diffusisi attraverso i social, dichiara di percepire questi strumenti più come strumento per “far cassa” attraverso i verbali conseguenti alle rilevazioni, la cui legittimità sarà tutta da verificare, che quale ausilio per la sicurezza della circolazione stradale. Un contratto con la ditta appaltatrice da ben 181.016,64 euro che in tempi di “vacche magre” non sono pochi, neanche per un comune capoluogo come quello salentino e una determina dirigenziale del Comando di Polizia Municipale che inevitabilmente, modificherà la mobilità urbana e che ci auguriamo, dunque, non sia stata preceduta da un atto d’indirizzo dell’attuale nuova maggioranza che, purtroppo, ove sia frutto di una precisa scelta politica, fa un passo indietro ed un ritorno all’amministrazione “Perrone” nella quale quelli stessi strumenti si erano rivelati a dir poco fallimentari per gli insussistenti e tutti da provare benefici sulla sicurezza della circolazione. Per il momento, tuttavia, non possiamo che auspicare che le nuove apparecchiature elettroniche saranno dotate di adeguata segnaletica che le preceda, al fine di non trasformare quelli che dovrebbero essere ausili per la sicurezza, delle vere e proprie trappole per automobilisti che, tra frenate brusche per evitare la multa e verbali a gogo, molti dichiarati illegittimi, spesso si sono rivelate un boomerang per le amministrazioni che le hanno decise di installare.