Ugl Caserta. Violenza sulle donne: la lettera di Laura Ferrante
Ieri, 25 novembre, è stata la giornata contro la violenza sulle donne eppure in mattinata, abbiamo appreso con tristezza che nella notte, ne sono state uccise altre due: una a Padova, l’altra rinvenuta sugli scogli nella provincia di Catanzaro.
Secondo una recente ricerca, dall’inizio dell’anno, gli omicidi di donne sono aumentati del 7,3 %, un numero enorme. Molti dei casi di femminicidio avvengono tra le mura domestiche, spesso, a mettere fine alla vita di una donna, è un compagno, un marito, un padre. Ed in questo periodo, costrette a restare a casa con il carnefice: senza lavoro, senza soldi, con i tanti problemi da affrontare, anche una parola sbagliata o mal compresa può divenire una miccia che accende la violenza; in un attimo tutto si compie.
La donna marocchina uccisa dal marito a Padova aveva denunciato e poi ritrattato il consorte per violenza, nessuno ha percepito il pericolo che incombeva su di lei, è stata lasciata sola nelle mani del suo aguzzino. Con l’emergenza Coronavirus, la violenza sulle donne è diventata una delle cose non primarie su cui intervenire, succede così che persino il 118 non interviene.
La legge dimostra tutta la sua debolezza nel trattare casi di violenza perciò la prima difesa tocca proprio alle donne. Un uomo violento non lo cambi, lo lasci, lo denunci, se non lo fai soccombi. Bisogna denunciare e pretendere interventi, è tempo di mettere fine a questa escalation di omicidi. Il femminicidio non fa distinzione di età, colore o religione, colpisce in tutti i ceti sociali, da nord a sud.
Ogni volta che si uccide una donna, si uccidono tutte le donne, si uccide la libertà delle donne, si uccide ciò che ognuna di noi rappresenta: madre, moglie, amante… Diciamo basta!