Chuck Yeager: ultimo volo per l’uomo supersonico
Della Seconda guerra mondiale non possiamo ricordare solo dolore e orrore. Troppo riduttivo confinare un periodo così straordinario, nel male e nel bene, ad una mera medievalizzazione della storia globale. Gli stravolgimenti sorti da quel conflitto, generato da un’estesa serie di errori politici e sociali provenienti da molto lontano, sostanzialmente da almeno un secolo prima, hanno comunque permesso una rinascita talmente potente e veloce da trasformare l’uomo in quel nuovo essere tecnologico capace sempre di tante nefandezze ma, non dimentichiamolo, anche di tante genialità ed eccellenze. Il dopoguerra ha portato l’Umanità ad un rinnovato spirito di progresso spinto, per buona parte, dalla tecnologia sviluppatasi proprio dal seme bellico. Siamo andati sulla Luna, abbiamo creato medicine potenti, abbiamo finalmente globalizzato il trasporto. Proprio gli aerei, che hanno pesantemente rappresentato l’orrore della guerra, in quanto feroci uccelli meccanici seminatori di morte e distruzione, sono poi diventati portatori di pace e progresso dal 1947, quando l’uomo ha superato una delle tante barriere imposte dalla natura, quella della velocità del suono. Dall’invenzione nazista di una diabolica arma di distruzione e morte allo sviluppo di motori in grado di globalizzare il mondo. Come farlo? Solo con capaci ingegneri? Non solo. Ogni barriera necessita di due chiavi di volta. La prima è quella tecnologica, ovvero la creazione di adeguati materiali e/o soluzioni in grado di vincere quella dispettosa “fisica” che ci mette costantemente a dura prova, ma la seconda, forse addirittura più importante, è quella della voglia di provarci. Virtù quindi tutta umana, coraggio per alcuni, incoscienza per altri, ma per alcuni personaggi della mitologia moderna una naturale voglia di vivere. Così ha vissuto, infatti, uno dei più straordinari aviatori di tutti i tempi, l’uomo supersonico, il collaudatore statunitense, poi diventato “generale”, Charles Elwood Yeager, o più semplicemente Chuck.
A bordo di quel suo razzo trasformato in aereo, il 14 ottobre 1947 l’Umanità faceva davvero un passo in avanti grazie al superamento di quel muro invisibile, la velocità del suono, che poi avrebbe permesso di arrivare addirittura alla costruzione e messa in linea di aerei civili supersonici come il francese Concorde. Una vera rivoluzione che Chuck aveva voglia di incanalare nel coraggio che lo contraddistingueva da quando, partendo dal ruolo di semplice meccanico, era poi finito in piena Seconda guerra mondiale a pilotare un micidiale caccia P51 Mustang sui cieli della Francia occupata dai nazisti nel ’43. Un uomo fatto dal nulla, forgiato dalla passione innata per il terzo elemento, l’aria. Un mito, almeno per tutti quelli come me che hanno volato, riparato motori a reazione o strumentazione di volo e, comunque, provato l’ebbrezza di essere tra le nuvole senza paura di cadere. Incoscienza, lo so, ma solo il marinaio può capire il mare, come solo l’aviere può capire il cielo.
A lui, addirittura candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, come pure nuovamente uomo supersonico a bordo di un modernissimo F15 alla non proprio giovanissima età di 89 anni, sono stati dedicati film, libri e perfino videogiochi. Alzi la mano chi, proveniente dai mitici anni ’70’/’80, non ha mai giocato, sognando di essere davvero su quell’aereo supersonico, al videogame Chuck Yeager’s Advanced Flight Trainer, un vero e proprio simulatore di volo che fu sviluppato proprio grazie alla sua consulenza diretta!
Insomma caro Chuck, anche tu, in questo maledetto 2020, hai salutato il mondo e sei partito verso una nuova avventura. Chissà se ora, definitivamente tra le stelle, riuscirai magari a superare qualche altra barriera. Noi uomini con le ali, però, ti ricorderemo per sempre come l’uomo supersonico, colui il quale vinse la fisica, anche quella della paura, per lanciare l’Umanità verso una necessaria rinascita postbellica.