Emergenza Covid, ristoratori sempre più penalizzati. Appello di Fipe-Confcommercio al Governo Conte
Disagio e preoccupazione crescenti tra i ristoratori della provincia di Caserta. Chiedono al Governo di poter tornare al più presto in zona gialla e soprattutto di poter riaprire i locali nelle ore serali. La chiusura forzata durante il primo lockdown unita al coprifuoco e ai limiti imposti con la seconda ondata Covid, hanno di fatto condannato a morte migliaia di imprese, tantissime infatti quelle che non riapriranno più, e messo in ginocchio tutte le altre. ‘Che senso ha – si domandano i ristoratori – essere aperti solo a pranzo, in una fascia tradizionalmente molto gettonata dai lavoratori, se il 70 per cento di questi è ormai in smart working? Ben venga la fascia gialla, con il rispetto di tutti i protocolli sanitari previsti, ma a condizione che i locali possano essere aperti anche a cena dove si concentra il maggior numero di richieste’. ‘Le oltre diecimila attività della provincia di Caserta – fa notare Giuseppe Russo, presidente provinciale Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio – legate ai settori della ristorazione e del tempo libero sono ormai sfibrate dall’incertezza e demotivate dall’instabilità economica e finanziaria. Nel 2020 hanno lavorato appena sei mesi su dodici e per lungo tempo svolgendo soltanto attività di asporto e delivery. Impossibile continuare così. Con tutte le perdite accumulate nessuno riuscirà a rimanere in piedi’. A tutto ciò si aggiunge l’amarezza legata a provvedimenti considerati inadeguati: ‘Da ottobre – conclude Russo – siamo sottoposti ad un vero e proprio stillicidio di misure nazionali, regionali ed in alcuni casi locali spesso contradditorie e in più siamo costretti a fare i conti anche con ristori assolutamente insufficienti a compensare i rilevanti danni registrati. Basti pensare che il rischio insolvenze è passato dal 6% al 29%. Un dato drammatico che non deve e non può essere sottovalutato perché avrà delle inevitabili ricadute sul piano economico e sociale. Occorre adottare immediatamente un piano ad hoc per la categoria in grado di tenere in vita le attività. Un piano che sia basato su accordi trasversali che possano coinvolgere non soltanto gli operatori del settore ma anche gli istituti di credito, i fornitori, i proprietari dei locali commerciali e le utenze. Altrimenti si moltiplicheranno le chiusure, aumenterà la disoccupazione e crescerà anche la dispersione delle professionalità’. Un invito a rispettare i tempi legati all’erogazione dei rimborsi arriva anche dal presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco: ‘Il Governo ha garantito contributi straordinari alla categoria entro la fine dell’anno per consentire di recuperare gli investimenti fatti ma temo non saranno sufficienti rispetto alla platea, piuttosto ampia, dei ristoratori che ne ha fatto richiesta. Servirebbero molti più fondi così come sarebbe auspicabile una proroga a tutto il 2021 della decontribuzione fiscale e l’adozione di un pacchetto di misure mirate fondamentali per uscire dalla crisi’. Ma non è tutto. In queste ore il settore si interroga soprattutto sul post pandemia: ‘Vorremmo conoscere gli interventi che il Governo intende mettere in campo – precisa il presidente Sindaco – per permettere alle aziende di superare e risolvere i problemi che hanno contraddistinto questo 2020. Le perdite sono state ingenti e migliaia di attività, soprattutto quelle legate alla ristorazione tradizionale, non riusciranno a ripartire. E’ tempo di risposte chiare, se si vuol realmente imprimere una svolta. In caso contrario saremo costretti a fare i conti, anche nel 2021, con perdite di fatturato, di posti di lavoro, di aziende attive’.