La nuova variante genetica del Covid-19 non dovrebbe modificare l’efficacia dei vaccini

La nuova variante portante al cambiamento di alcuni amminoacidi nella proteina Spike del SARS- Cov-2, denominata UI-202012/01, che sta facendo gran parlare negli ultimi giorni e avrebbe portato a nuovi casi di contagio dovuti a una possibile maggior infettività del virus. In realtà non è un qualcosa di così sconosciuto poiché si era identificato già a settembre in Inghilterra, presente anche in Sud Africa e Australia, questa mutazione genetica nella proteina Spike D614G che era generata dal cambiamento di un amminoacido dalla base azotata Adenina alla base azotata Guanina nella sequenza genetica di riferimento di Wuhan in Cina. Una sola mutazione sembra non è in grado di generare una variazione genetica virale e sono state identificate altre tre mutazioni: un cambiamento della base azotata Citosina in Timina nella posizione 5’UTR, un cambiamento silente della base azotata Citosina in Timina e un cambiamento dalla base azotata Citosina a Timina nella RNA dipendente -RNA polimerasi. Queste quattro mutazioni collegate tra loro sono la nuova forma dominante della transizione della proteina Spike D614 a G614 che si è potuta osservare nella frequenza delle varianti genetiche in una regione geografica, o facendo un campionamento per osservare il cambiamento nella frequenza delle basi azotate.
Tutto ciò si è potuto realizzare grazie al globale campionamento del Covid-19 con la globale iniziativa di condivisione di tutti i dati dell’influenza virale (The Global Initiative for Sharing All Influenza Data (GISAID). La forma della proteina Spike D614, tramite la microscopia crioelettronica, sembra formi legami a idrogeno con il protomero della proteina accanto, e per cui si potrebbe eliminare questo cambiamento di transizione della base azotata incrementando la flessibilità della catena principale e alterando le interazioni tra i protomeri proteici. Questi importanti cambiamenti genetici del Coronavirus, a causa di meccanismi di errori di copiatura “proofreading”, chiedono il supporto continuo di sorveglianza della proteina Spike per aiutare lo sviluppo di nuovi interventi immunologici. Adesso è solo un’ipotesi, che però rimane ancora tutta da confermare, che non ci sia un’allerta precoce per una possibile perdita di efficacia dei nuovi vaccini per il Covid-19.

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