Calvi Risorta – Il Covid-19 e le tradizioni natalizie
A Calvi Risorta, nella località Zuni, da tempo i cittadini si fanno carico di porre in essere e, quindi, far rivivere e tramandare, di conseguenza, anche alle nuove generazioni, iniziative natalizie quali la “Pastorella”, i “Fuochi Natalizi” e la “Cantata di Santu Silviestu – San Silvestro”.
Le norme, stringenti e vincolanti, emanate dalle autorità preposte a vigilare sulla salute pubblica e sul contenimento della diffusione del contagio del Covid-19, hanno svilite non poco e, quasi sempre, cancellate, le consolidate e tradizionali celebrazioni-manifestazioni natalizie 2020.
E’ consuetudine eseguire, nelle celebrazioni-manifestazioni più significative, la “Pastorella”, famosa cantata popolare della tradizione calena (Zuni), anche se originariamente nasce nella località di Visciano. La “Pastorella”, suggestiva processione che si snoda, nell’antivigilia di Natale, per i viali del locale cimitero per festeggiare il Natale con i propri cari che già sono nati in Cielo. La celebrazione del predetto evento si interrompe nel 1963, sessantatreesima edizione, e riprende nel 2009, su iniziativa di Mimì Annibale Zona, collaborato attivamente e sinergicamente da Giuseppe Del Vecchio, Sergio Caparco e Nicola Santillo. L’ultima “Pastorella”, lunedì 23 dicembre 2019, vede protagonisti Daniele Capuano, sax soprano; Antonio Sorice, sax contralto; Peppe Zona, fisarmonica; Luca Bucciaglia, sax baritono; Carmelo Franco, tromba; Carmine Salerno, basso tubo; Fabio Grande, sax tenore; Ermanno Minotti, zampogna; Pietro Bucciaglia e Girolamo Gino Izzo cantori che con il suono e il canto di “Tu scendi dalle stelle”, seguiti dai cittadini di Calvi Risorta e dell’Agro caleno, attraversano i principali viali dell’area sacra cimiteriale. Scrivendo recentemente della “Pastorella” ho avuto modo di affermare che “la Pastorella consente e permette di vivere un’esperienza unica e irripetibile, in un ambiente dove ciascuno ha i resti mortali di familiari, parenti ed amici e dove il silenzio vince tutto e tutti e la luminosità che proviene dalle lampade votive delle cappelle, tombe e nicchie crea un’atmosfera rara e indescrivibile”.
I cittadini caleni, in numero prevalentemente zunesi, poi, nella centrale piazza Umberto I, per rivivere, conservare, rinnovare e tramandare tradizioni che hanno segnato epoche, la sera del 24 e 31 dicembre sono soliti accendere “Fuochi Natalizi” e negli ultimi anni il grande falò è stato preparato, con impegno e sacrificio, da Michele Bonacci, Carmine Capezzuto e Amedeo Parisi, supportati dall’attenta e propositiva collaborazione di Mimì Annibale Zona, custode e difensore premuroso delle antiche tradizioni locali. Andrea Izzo, recentemente, scrivendo sui “Fuochi Natalizi” di Zuni ha vergato “E’ uno spettacolo davvero suggestivo che connette alla natura e alla religiosità, quella più autentica, lontana dallo shopping natalizio e dalla frenesia delle feste, che riscalda il cuore di tutti coloro che assistono e partecipano all’evento”.
Le tradizionali, attese e sentite iniziative natalizie si concludono la sera del 31 dicembre con la “Cantata di Santu Silviestu – San Silvestro”, che dopo diversi anni di interruzione, viene ripresa il 31 dicembre 2011 da Salvatore Parisi, che si avvale della collaborazione, operosa e proficua, di Mimì Annibale Zona. E’ da evidenziare che a “ripescare” la predetta “Cantata di Santu Silviestu” è un gruppo di giovani degli anni ’60 del secolo scorso quali i già citati Salvatore Parisi e Mimì Annibale Zona e Gigi Mele, Giovanni Zona, Silvestro Carusone, Antonio Capuano, Giorgio Cozzolino, Paolo Suglia, Nicola Caparco, Giuseppe Capuano e Davide Carusone.
Per il fenomeno pandemico e per le sue inevitabili ripercussioni sulle persone e sul sociale la comunità di Zuni di Calvi Risorta, durante tutte le festività natalizie 2020, si è sentita “orfana” e “angosciata” e, certamente, anche se con sofferenza, ha fatto proprio il pensiero di Marco Tullio Cicerone “Ignorare tutto ciò che accade prima che nascessimo equivale a rimanere bambini” e la sua epigrafe “La memoria è tesoro di tutte le cose”.