I reati e la solidarietà in tempi “social”

Napoli, in una notte di inizio anno, un rider che svolge il suo lavoro in una città semideserta ai tempi del Covid-19 e una banda di giovani criminali, alcuni dei quali minorenni. Sono questi i protagonisti di una triste storia per fortuna conclusasi con un lieto fine. Ma non vogliamo parlarvi della solita Napoli che seppur bellissima e struggente viene oscurata, come sempre, dai suoi stessi problemi, piuttosto parlarvi della visibilità e dell’eco che i social network hanno dato alla vicenda. La rapina del motorino perpetrata ai danni del rider che ha difeso strenuamente il suo mezzo di lavoro cercando di restare in sella e ricevendo numerosi calci e pugni dalla banda di delinquenti incontrati alla Calata di Capodichino, è stata ripresa dall’alto con un telefono cellulare e subito “postata”. La vicenda è stata amplificata dai social ed è arrivata, quasi in tempo reale, ai loro numerosissimi fruitori, creando grande indignazione. Immediata è stata anche la gara di solidarietà nei confronti del cinquantenne rapinato attraverso una raccolta fondi e le immagini registrate hanno contribuito alle indagini ed aiutato le Forze dell’Ordine ad individuare gli autori del gesto criminoso. Quello che lascia pensare però, è che se non ci fossero state le immagini “social”, probabilmente il furto del motorino sarebbe stato solo uno dei tanti che ogni giorno avviene in città e la gara di solidarietà, scattata con un “passaparola digitale,” non sarebbe avvenuta o perlomeno non in tempi così rapidi. Quindi, i social rendono i reati “più reati”? E la solidarietà più forte ed immediata? È certamente indubbio che oramai il digitale e la condivisione social fanno parte del nostro quotidiano, modificando l’approccio con gli altri e dando alla realtà una visione globalizzata, subito a diposizione di tutti. Gli smartphone e i social sono diventate armi con le quali “punire o difendersi” e certamente la condivisione, porta con sé notevoli vantaggi dal punto di vista comunicativo, economico e sociale come nel caso di Napoli, ma la nostra realtà può essere solo “virtuale”? In tempi di pandemia mondiale da Covid-19, i social hanno contribuito ad avvicinare le persone sottoposte, per la prima volta dopo tantissimi anni, ad un distanziamento fisico forzato ma cosa dovrebbe pensare, chi subisce il furto di un motorino non “ripreso in tempo reale” dalla telecamera di uno smartphone?

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