Le uccisero il figlio, Sara Scarpulla combattente antimafia, candidata in Calabria con Aprile e DeMa
Sara Scarpulla, madre di Matteo Vinci, il giovane biologo ucciso nell’aprile del 2019 da una autobomba a Limbadi, sarà candidata alle elezioni regionali in Calabria col Movimento 24 agosto-Equità Territoriale, guidato dallo scrittore e meridionalista Pino Aprile. È stato lo stesso Aprile a darne notizia.
Il “Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale” ha chiesto a Sara Scarpulla di portare la sua battaglia contro la ‘ndrangheta nel Consiglio regionale. Sara, spiega Pino Aprile, non voleva accettare la nostra offerta di candidatura. La tragedia che ha devastato la sua famiglia ha ucciso il futuro. Matteo era l’unico figlio; suo marito Ciccio è rimasto invalido; Sara ha sulle spalle il dolore e la memoria. “Come faccio, con quello che ho nel cuore e a casa?”, ci aveva detto.
Non volevamo forzare la sua volontà, ma due cose, giusto due, era mio dovere dirgliele “Sara, hai ragione; forse noi chiediamo troppo, pretendendo che tu torni a batterti dopo quello che vi è stato fatto. Ma il guaio con la mafia è proprio questo: piegano gli altri con il dolore e passano sulle loro vite. È difficile fare di quel dolore un’arma di giustizia, ma non ce n’è un’altra per chi è stato colpito così duramente. Diciamo così, allora: non lo chiedo a te, ma a tuo figlio. Cosa avrebbe risposto?”. Sara ha taciuto, qualche ora dopo ha mandato un messaggio: Matteo non si sarebbe tirato indietro.
Ha accettato. La ringraziamo: siamo onorati di poter fare della storia e delle battaglie dei Vinci la nostra bandiera contro i Mancuso di Limbadi e la ‘ndrangheta. Le persone perbene devono tantissimo alla coerenza, all’esempio e al dolore dei Vinci ed è bene dirlo e agire di conseguenza, dal momento che nessun ente pubblico, il Comune, la Regione, lo Stato nelle sue istituzioni, si è costituito parte civile nel processo contro gli imputati per l’assassinio.
Se Sara, con la sua famiglia e quello che ha patito, riprende a battersi per una Calabria migliore, nessuno di noi può fare di meno. Il suo esempio è la nostra bandiera”.