Egitto: una scoperta favolosa, anche per il turismo
Nell’Egitto archeologico sono riemerse due mummie con un piccolo dettaglio dall’enorme potenza evocativa: una lingua d’oro che doveva servire al defunto a parlare con Osiride, il dio dell’Oltretomba e della sopravvivenza dopo la morte. Si tratta di “foglie d’oro a forma di lingua” piazzate nella bocca di mummie di epoca greco-romana, in uno speciale rituale per assicurare ai defunti la capacità di parlare nell’Aldilà davanti al tribunale di Osiride, dio egizio della morte, come le ha descritte il ministero delle Antichità egiziano. Le mummie, risalenti dunque a circa 2.000 anni fa, sono state rinvenute in scavi condotti a ovest di Alessandria da una missione dell’Università di Santo Domingo presso il tempio di Taposiris Magna, antica città il cui nome significa appunto “grande tomba di Osiride”. La divinità aveva la signoria sul mondo dei morti, di cui era sovrano e giudice supremo. La missione archeologica ha riportato alla luce 16 tombe scavate nella roccia, una tecnica di inumazione diffusa in era greco-romana, con all’interno un certo numero di mummie in cattivo stato di conservazione, ha riferito il ministero senza precisare il numero di quelle con la lingua d’oro che comunque sono due, come ha precisato un alto funzionario del dicastero. Nell’ambito della scoperta sono state rinvenute due mummie di rilievo: una con decorazioni dorate raffiguranti proprio Osiride, mentre l’altra ha una corona con corna e un serpente e una collana con un pendente a forma di testa di falcone. Dal comunicato non è chiaro se le mummie siano proprio quelle con la lingua d’oro: di una di esse si vede solo un disadorno e consunto teschio e lo scheletrico busto. La missione Egitto-dominicana sta lavorando da anni a ovest di Alessandria, sul delta del Nilo, alla finora vana ricerca della tomba della regina Cleopatra, da diversi studiosi considerata assai improbabile da trovare, come ricorda il sito della BBC. Fra i reperti vi sono anche un diadema d’oro, una maschera funeraria femminile, otto volti di marmo sempre di epoca greco-romana, numerose lampade, e poi utensili e vasellame. Incoraggiata da queste scoperte, la missione ha in programma di riprendere presto gli scavi. L’Egitto del resto punta dichiaratamente a incentivare il turismo, che sviluppa il 15% del Pil del Paese, facendo leva sull’archeologia. Il settore è stato fortemente danneggiato a partire dal 2013 dal terrorismo islamico e ora dalla pandemia: gli introiti dell’anno scorso sono scesi del 70%, a 4 miliardi di dollari.