Definizione e significato di “dipendenza”
Nell’Enciclopedia Treccani, alla voce “dipendenza”, gli Autori scrivono che è la “condizione, in cui un individuo si trova, di incoercibile bisogno di un prodotto o di una sostanza, soprattutto farmaci, alcol, stupefacenti, a cui si sia assuefatto, e la cui astinenza può provocare in lui uno stato depressivo, di malessere e di angoscia (dipendenza psichica), e talora turbe fisiche più o meno violente, cioè nausea, dolori diffusi, contrazioni, ecc. (dipendenza fisica)” (http://www.treccani.it/vocabolario/dipendenza/). A seguire “la situazione di subordinazione dell’Io rispetto alle esigenze del mondo esterno, dell’Es e del Super-Io, o anche la posizione inconscia di non-autonomia infantile che si manifesta nel nevrotico adulto di fronte a immagini materne o paterne” (Ibidem). Quindi una dipendenza è una condizione patologica di sottomissione verso un proprio simile o nei confronti di un “quid” che produce un’abitudine morbosa: quello che caratterizza una dipendenza, comunque, è che il soggetto non ha la facoltà di decidere, ma si trova nelle condizioni di “servo arbitrio” e di limitazione di volontà. Il dipendente si piega al dominio di un’altra persona o di un elemento deleterio: la psiche è conquistata da qualcuno o qualcosa che serve a colmare un deficit, una mancanza di equilibrio interiore, una lacuna psichica. Ovviamente, la relazione che si istaura, è venefica, perché si è alla ricerca di qualcosa che possa lenire quella dolenzia emozionale, addormentare quel tormento affettivo, narcotizzare quell’algia emotiva che non cessa mai. Ma purtroppo l’evasione non è permanente e il mondo icastico propone di nuovo il suo Calvario, conducendo il soggetto ad una privazione progressiva della capacità di azione e di libertà. Nella vita quotidiana è normale essere subordinati a qualcuno o a qualcosa: la nostra stessa esistenza sulla Terra dipende da molteplici fattori, come ad esempio il nutrimento. Il sostentamento è la nostra sana “dipendenza” da cibo, una condizione che ci pone alla ricerca di alimenti prima che l’appetenza raggiunga livelli di inedia: tuttavia, quando le quantità superano la richiesta fisica per restare in vita, l’aumento del peso corporeo porta ad eccessi ponderali dannosi e pinguedine nociva. Con la parola anglosassone “craving” si designa un fenomeno psichico, una “fame”, una “voglia”, un impulso verso il cibo, una sostanza psicoattiva, o un desiderio artefatto verso la persona amata.