L’obesità infantile: Body Mass Index e valutazione clinica
I parametri del fabbisogno energetico dell’età evolutiva portano a risultati ed esiti visibili in ogni fase dello sviluppo umano: una nutrizione inadeguata può portare a condizioni di inanizione, mentre una superalimentazione alla pinguedine, ma in entrambi i casi la persona avrà problemi in età adulta.
Per “iperplasia” si intende l’“aumento delle dimensioni di un organo o di un tessuto (detto iperplastico) dovuto ad attiva proliferazione delle cellule che lo costituiscono” (http://www.treccani.it/enciclopedia/iperplasia/). Questo processo è concernente le funzioni organiche o può avere una causa disfunzionale: anche le cellule adipose sono interessate da questo fenomeno e gli studiosi hanno tripartito le fasi di tale condizione. Il primo periodo di incremento interessa il feto, o meglio l’ultimo tempo prenatale, dove i lipociti sono circa 5 miliardi. Qualora questo numero fosse maggiore, il neonato presenta un certo rischio di futura obesità. Inoltre, un’altra divisione cronologica dell’età evolutiva dove di rischio è presente è la seguente: 1) 1° anno di vita; 2) tra i 4 e i 6 anni; 3) tra i 10 e i 15 anni. L’assunzione di alimenti durante il primo anno di vita è fondamentale per le ricadute e i riflessi su ciascuno dei periodi successivi: in linea di massima il numero delle cellule adipose è costante, ma le loro dimensioni si ampliano e sono simili ai lipociti degli adulti. Tra i 4 e i 6 anni il bambino è più vulnerabile agli input del “milieu” che lo circonda, al “junk food”, alle abitudini sedentarie: talvolta ci si trova di fronte al pericoloso campanello d’allarme obesità con il fenomeno dell’“Early Adiposity Rebound”, un’anticipazione dell’aumento fisiologico dell’Indice di Massa Corporea che generalmente avviene intorno ai 6 anni di vita e si chiama “Adiposity Rebound” (rimbalzo dell’adiposità). Tra i 10 e i 15 anni, il periodo di transizione definito “puberale”, la persona subisce i naturali cambiamenti psico-fisici che la fa transitare verso l’età adulta e gli adipociti possono toccare l’ammontare numerico di 40 miliardi. Anche in questa terza fase il “milieu” sociale influisce sulla persona in maniera determinante.
L’Indice di Massa Corporea si calcola facilmente dividendo il peso per il quadrato dell’altezza e si confronta successivamente il risultato con la tabella di riferimento del “Body Mass Index” della “World Health Organization”, visibile anche sul website del nostro Ministero della Salute (Cfr.http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=135&area=Vivi_sano):
1) Grave magrezza: < 16,00; 2) Sottopeso: 16,00 – 18,49; 3) Normopeso: 18,50 – 24,99; 4) Sovrappeso: 25,00 – 29,99; 5) Obeso classe 1: 30,00 – 34,99; 6) Obeso classe 2: 35,00 – 39,99; 7) Obeso classe 3: ≥ 40,00.
La valutazione clinica dell’obesità infantile comporta una serie di disamine e considerazioni riassumibili in: 1) Anamnesi familiare: si analizzano le condizioni di salute dei genitori e dei parenti in linea laterale, cercando di realizzare lo studio di McGoldrick-Gerson per le patologie genetiche, i rischi derivanti dal “milieu” del bambino e le suscettibilità a contrarre una malattia. 2) Anamnesi fisiologica: si analizzano i dati personali e la storia fisiologica del soggetto, come il tipo di nascita (naturale, cesareo, podalico, ecc.), il genere di allattamento, le caratteristiche della pubertà, la vecchia leva militare, la sfera sessuale, le eventuali allergie, ed altro ancora. Importanti sono anche i dati riguardanti le psicopatologie derivanti dal “milieu” scolare e domestico, gli aspetti economici della famiglia, ereditarietà genetica con l’obesità, rapporto arco ponderale e staturale. 3) Anamnesi patologica: che si divide in “anamnesi patologica recente” e “anamnesi patologica remota”. La prima afferisce al malanno in atto, l’eventuale uso di medicine o stupefacenti, mentre la seconda riguarda l’esposizione cronologica degli stati patologici, lesioni fisiche e operazioni chirurgiche. 4) Abitudini di vita: l’analisi dei comportamenti del bambino e del suo ecosistema rende possibile un’azione medica mirata e proficua. Sotto la lente d’ingrandimento vanno le attività fisiche effettuate e lo stile di vita del soggetto, le abitudini nutrizionali, i videogames, TV, l’applicazione nello studio. 5) “Milieu” socio-familiare: la realtà familiare e il contesto scolastico rappresentano il biosistema del soggetto nel cui habitat è possibile individuare i caratteri punto di riferimento con l’aiuto dei quali stabilire un piano d’intervento. Per esempio la separazione dei coniugi, la “sindrome” del figlio unico, le gerarchie e i ruoli familiari confusi, lo stile educativo genitoriale (autorevole, autoritario, permissivo/indulgente, trascurante/rifiutante). 6) Valutazione clinica: una volta ricercato il “Body Mass Index”, si indaga su quelle malattie il più delle volte collegate all’obesità, come il diabete mellito di tipo 2, le malattie congenite, patologie per eccesso o deficit di ormoni. 7) Eventuali malattie dell’apparato cardiovascolare: l’anamnesi familiare è determinante per opportune valutazioni del caso, inoltre è necessario, tramite l’anamnesi fisiologica, acquisire dati riguardo casi di “Small for gestational age” o della presenza della Sindrome di Reaven. 8) Diagnostica di laboratorio: gli esami vanno condotti per eliminare il sospetto della presenza di sindromi del metabolismo.