Trattamento terapeutico dei disturbi del comportamento alimentare
Il metodo di cura dei disturbi del comportamento alimentare bulimico e anoressico concerne più discipline: il fine ultimo è la tutela del benessere psico-fisico del soggetto, la tutela dell’esistenza dell’essere umano. I DCA comportano prodromi e fenomeni variegati dove il complesso dei sintomi interessa sia la psiche che il fisico del soggetto. Anche il sé relazionale viene compromesso: per questo il trattamento terapeutico deve avvalersi di diverse figure professionali che agiscono in maniera indipendente ma sinergicamente in un unico “sistema di riferimento”. Di seguito le figure principali: 1) Psichiatra: lo specialista, mediante l’eziopatogenesi del determinismo genetico e delle manifestazioni dinamiche della psiche, propone una terapia antidepressiva basata su psicofarmaci che agiscono sulla neurofisiologia del tono dell’umore. 2) Psicologo: l’esperto, attraverso la “cura dell’anima”, ovvero mediante un percorso terapeutico che presenta precetti di varie scuole di pensiero (psicodinamica, adleriana, cognitivo-comportamentale, ecc.), propone, tra l’altro, il colloquio clinico a scopo diagnostico, l’analisi dei modelli relazionali, valutazioni introspettive, al fine di eliminare, o almeno migliorare, lo stato di sofferenza del soggetto. 3) Ginecologo: questa figura professionale si adatta alle problematiche attinenti l’apparato genitale femminile e di conseguenza le dinamiche psicologiche e le disfunzioni della vita sessuale. 4) Internista: lo specialista di medicina interna, che si occupa, tra l’altro, delle patologie dell’età evolutiva, dell’apparto circolatorio, del sistema ormonale, dell’apparato genitale, delle disfunzioni dell’osmolarità plasmatica, della denutrizione proteico-energetica. 5) Nutrizionista: l’esperto che integra la qualità della vita con lo stato nutrizionale e alimentazione. 6) Endocrinologo: è l’esperto del sistema ormonale e delle patologie degli organi secretori interni, i messaggeri chimici intracellulari. 7) Infermiere: è l’operatore sanitario che, in caso di ospedalizzazione, spesso diventa un referente, un vero e proprio punto di contatto e sostegno psicologico. 8) Assistente sociale: è l’esperto del “social work” e il professionista dei “servizi alla persona e alla comunità” [Cfr. Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59)]. 9) Terapeuta: è lo specialista che si interessa anche della terapia familiare, “un modello di intervento psicoterapeutico che deriva dal meta-modello raggruppato nelle cosiddette teorie sistemico-relazionali, che ha sviluppato concetti e pratiche nuove sul significato del disagio e dei sintomi psichici espressi dagli individui” (https://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_familiare).
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”: così recita, nel Titolo II dei rapporti etico-sociali, l’Articolo 32 della Costituzione italiana (https://www.senato.it/1025?sezione=121&articolo_numero_articolo=32). Il ricovero nei nosocomi è dettato da imperativi ponderali, da insufficienza cardiaca, da alterazioni metaboliche, da uno screening psicologico e da uno studio sistematico della condotta alimentare. La scelta del dipartimento nosocomiale va valutata in base alla “componente oggettiva” e alla “componente soggettiva” della salute del paziente: il primo fattore è determinato dallo stato patologico del soggetto, mentre il secondo elemento viene fuori dalle afferenze sensoriali della persona riguardo la percezione della malattia. La scelta di effettuare la nutrizione artificiale implica aspetti legali: la NA è una terapia salvavita e come tale necessita del consenso informato o della sua delega.