Il travaglio della civiltà – Dalla civiltà del piacere alla civiltà della paura (da EROS a THANATOS)

Per un lungo periodo della nostra civiltà, tutti gli uomini sono stati spronati dalla pulsione di vita o pulsione del piacere a un’intensa e produttiva operosità civile. È uno stimolo psichico inconscio sublimato verso un’azione specifica, a cui consegue una sensazione di soddisfacimento, una proprietà universale della vita organica in generale, cioè insita in qualsiasi organismo vivente e nel sistema totale della natura.
Dalla motivazione direzionale data alla pulsione di vita, incarnata in Eros, ne consegue la capacità di adattamento interagendo col contesto sociale, e la possibilità di sopravvivenza della specie dell’individuo umano “all’ambiente” naturale che comprende tutte le cose viventi e non viventi.
Ora è opportuno porsi la domanda, se esiste soltanto la pulsione al piacere, come mai l’umanità non è felice? Come mai la storia della civiltà è stata anche caratterizzata da guerre, stermini di massa, razzismo, femminicidio, e più generalmente, dalla violazione dei diritti civili e inalienabili, dal sopruso e dominio dell’uomo su l’uomo?
Dai classici sappiamo che il grande filosofo greco Empedocle nato nel 492 a.C., introdusse il concetto di due forze cosmiche opposte, amore e odio (amicizia e contesa), aggregazione (nascita) e disgregazione (morte). Pertanto, congiuntamente a Eros esiste un’altra pulsione, la pulsione di morte, incarnata in Thanatos. “ Ma un’altra cosa ti dirò:… c’è solo mescolanza e separazione di cose mescolate..” (Empedocle, DK Fr. 31b8). Insieme scandiscono la nostra dimensione psichica, biologica e sociale e, allo stesso tempo sono perennemente in lotta tra loro determinando la stessa realtà. Dall’azione congiunta e opposta di entrambe scaturiscono i fenomeni della vita, ai quali mette fine la morte, e “Gli uomini non sanno comprendere queste cose né cogli occhi né con le orecchie e neppure con la mente” (Diogene Laerzio; IX, 73).
Infatti la civiltà della scienza e della tecnica ha sconsideratamente pensato di poter padroneggiare, dominare completamente le forze della natura per trarne beni e soddisfacimento dei bisogni, ignorando la coppia Eros-Thanatos che costituisce l’archetipo bipolare fondamentale biologico, psichico e sociale. Difatti una ricerca attuale sulla globalizzazione di G. Sapelli “Storia mondiale, stati mercati guerre” evidenzia che il cuore del capitalismo ha smesso di funzionare, producendo disoccupazione, inquinamento, alterazioni climatiche, e aggiungo, esaurimento delle risorse minerarie, emergenza idrica, inquinamento acustico ed elettromagnetico. La politica economica mondiale sta producendo una deflazione economica secolare e la costruzione di una rete infinita di organizzazione tecnocratica sta impoverendo lo sviluppo di parlamenti regolarmente eletti dai cittadini. Pertanto con gli ultimi eventi sociali pandemici è terminata la nostra illusione di aver ormai soggiogato completamente lo strapotere della natura e sublimato la pulsione di morte. La crisi sociale dovuta alla pandemia del corona virus corrode ulteriormente il tessuto democratico e ci pone davanti agli occhi la nostra debolezza.
Il controllo sociale che limita drasticamente i movimenti di persone dentro e fuori il Paese, l’isolamento sociale ovvero il distanziamento come pratica esistenziale, il sesto potere «Big Data», enormi quantitativi di informazioni da cui le tecnologie di analisi estrapolano eventuali legami o relazioni tra i dati per prevedere e condizionare andamenti futuri, il virtuale che sovradetermina il reale, con il pericolo di trasferire l’importante esistenza relazionale e culturale in mondo totalmente virtuale, per affrontare i lockdown parziali e totali, il vaccino che dovrebbe essere somministrato periodicamente per anni, tutti questi aspetti ci fanno riflettere attentamente e dedurre che siamo in un momento di travaglio sociale, e si ipotizza una società distopica futura. Distopia come rappresentazione della paura collettiva. Dalla società del piacere, Eros, alla società della paura, Thanatos.

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