Lettera originale scritta oltre 60 anni fa dal passionista P. Bartolomeo Avagliano
Per rendere memoria ad Antonio Romano, Presidente dell’Associazione ex Alunni Passionisti – ASeAP -, scomparso, per aver contrato il Covid-19, il 21 marzo u.s. e a Padre Bartolomeo Avagliano, figura mitica passionista e vera istituzione nella Congregazione di San Paolo della Croce, scomparso il 29 ottobre 2012, si socializza una lettera di quest’ultimo scritta nel 1960 e pubblicata dal Romano sul n. 1, gennaio – febbraio 2021, della rivista/bollettino/ dell’ASeAP “LE NOSTRE RADICI”.
Antonio Romano entrò nella “famiglia passionista” nel 1957 e compì la sua formazione nei seminari di Ceccano, Calvi Risorta, Pontecorvo e Falvaterra e gli studi classici e di filosofia nel teramano, nella comunità di San Gabriele dell’Addolorata e mentre era impegnato negli studi nella predetta comunità, non senza tormenti, decise di rientrare in famiglia per riprendere la vita laicale. Ma l’impronta passionista che si era stampata in lui non si cancellò mai (impegno nella sua parrocchia di Cesa, nella sua Diocesi di Aversa, nell’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole statali e nella prosecuzione degli studi di Teologia con il conseguimento della Licenza) tanto da essere tra i promotori-sostenitori della costituzione e del riconoscimento, da parte del Provinciale Passionista P. Ludovico Izzo (1991), dell’Associazione ex Alunni Passionisti e della rivista associativa LE NOSTRE RADICI. Romano, tranne per un breve periodo (2000-2005), ha sempre guidato la predetta Associazione con impegno, dedizione, disponibilità e competenza.
P. Bartolomeo Avagliano nei 68 anni di ministero sacerdotale ha ricoperto vari incarichi nella Provincia religiosa dell’Addolorata del Basso Lazio-Campania tra i quali quello, anni 1960 -1980, della formazione dei seminaristi nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta prima con l’ufficio di Vicedirettore e poi di Direttore con il quale ha educato-formato migliaia di ragazzi, molti dei quali oggi laici impegnati nella vita ecclesiale e sociale, e diversi divenuti sacerdoti e religiosi. Per oltre un trentennio è stato impegnato, con il suo stile di carità e di laboriosità, nella pastorale parrocchiale, ricoprendo l’ufficio di parroco della parrocchia di San Silvestro Papa di Calvi Risorta realizzando, come giustamente scrisse l’ex Provinciale P. Antonio Rungi, opere di promozione del culto della Passione di Cristo, della devozione della Madonna e dei Santi. Sulla collinetta che sormonta il centro abitato realizzò un’oasi di spiritualità frequentata da moltissime persone e denominata “Piccola Lourdes”. Nonostante la sua età avanzata si spostava dal convento alla parrocchia con la bicicletta e la sua giornata la trascorreva quasi interamente in parrocchia vicino alle sofferenze delle persone ammalate, vicino ai giovani verso i quali aveva un’attenzione particolare per la loro formazione cristiana, umana e sociale. Aggiornava continuamente la sua formazione culturale sulla vita della Chiesa e sul mondo contemporaneo ed era un punto di riferimento spirituale per quanti volevano fare un cammino di santità, basando la loro esperienza di fede soprattutto sulla preghiera, sulla fede profonda, sulla carità operosa e sulla speranza di un mondo migliore da costruirsi con la collaborazione di tutti i cristiani e nei vari settori della vita sociale. I suoi resti mortali riposano nella cappella dei Padri Passionisti nel cimitero di Calvi Risorta, struttura oggetto di continue visite da parte dei cittadini caleni che rendono grazie e testimonianza ai Passionisti per i servizi resi nei 90 anni di permanenza e di operosità a Calvi Risorta (1926-2016).
Il documento che si socializza, recentemente, fu inviato dall’avv. Antonio Morzillo di Moiano (BN), ex alunno passionista (1955-1960), al Presidente dell’ASeAP Antonio Romano, che era accompagnato da una lettera nella quale si leggeva “… In questi giorni di forzato riposo a causa di questo virus che sta flagellando l’umanità, sono andato con la memoria al periodo trascorso a Pontecorvo, prima, e a Calvi Risorta, poi. Esperienza mai rinnegata e che avevo tenuta gelosamente custodita nel mio intimo a causa della morte di mio padre (inaspettata e prematura avvenuta il 7 giugno 1958), che sconvolse la mia vita e raffreddò il mio entusiasmo fino a maturare al Noviziato, la decisione dell’addio, ponderata e sofferta, ma convinta”. Il 13 settembre 1960 Antonio venne accompagnato a casa in quanto la sua permanenza nella Congregazione passionista non era più compatibile con la sua condizione di orfano, quindicenne, e primogenito di cinque figli per lo più in precarie condizioni economiche.
Lettera originale scritta da P. Bartolomeo all’ex alunno Antonio Morzillo.