Genitori apprensivi: conseguenze sui figli?

Essere genitore è un compito arduo e complesso, non si nasce genitore, è essenziale riuscire a trovare un equilibrio funzionale tra l’essere eccessivamente apprensivi o definire l’educazione del proprio figlio al permissivismo massivo, regolare cioè i comportamenti esplorativi e fisiologici in un individuo in evoluzione a partire dal primo anno di vita fornendogli. Bowlby, padre della cosiddetta Teoria dell’Attaccamento infantile, direbbe, la funzionalità del cerchio consisterebbe nell’essere una “base sicura” per il bambino, ossia , un genitore non ostacola la volontà esplorativa dell’ambiente del proprio bambino (attaccamento di tipo sicuro), predisponendolo allo sviluppo di una personalità sana con buone abilità future sociali, emotive e cognitive.
Al contrario molto genitori, hanno difficoltà a tollerare che il bambino possa esplorare l’ambiente, aumentando la propria autonomia, perché il solo fatto di non avere una vicinanza fisica e controllabile con il bambino, crea ansia e malessere. La preoccupazione spesso irrazionale, che al bambino possa accadere qualcosa di grave, che il mondo sia pieno di insidie e pericoli, è alla base di tale condizione. Questo stile educativo definito ipercontrollabile, non fa che rendere il bambino insicuro e preoccupato nei confronti della realtà esterna. Un bambino impegnato nelle sue attività esplorative, dovrebbe essere normale che possa cadere e farsi male, ma se potrà contare sulla presenza non intrusiva della madre attenta ad aiutarlo al bisogno, sarà in grado di rialzarsi dalla caduta. Proteggendo eccessivamente il bambino si rischia di renderlo spaventato e pauroso, dipendente in modo eccessivo dalla figura di riferimento, con conseguenze serie nel momento in cui la separazione diviene essenziale, ad esempio con l’inserimento a scuola. In questi casi può accadere che questi bambini non vengono neanche mandati alla scuola dell’infanzia, perché la separazione viene procrastinata ed evitata. Molto probabilmente questi ultimi si predisporranno a sviluppare quella che spesso sentiamo chiamare “fobia sociale”, manifestandosi con disturbi somatici nel momento in cui ci si allontana dal genitore e con il rifiuto di andare a scuola. Sarebbe funzionale in questi casi, che i genitori con difficoltà di separazione dai propri figli affrontassero con esperti il loro disagio, in quanto, ciò potrebbe privare il bambino di vissuti utili allo sviluppo cognitivo, emotivo e motorio, creando disturbi importanti. Il bambino, al primo giorno di scuola, è normale che pianga e protesti vivacemente di fronte alla separazione dalla mamma, ma se questo momento è preparato, se non vengono dette bugie, in poco tempo il piccolo si abituerà all’idea che la separazione dalla mamma e dal papà è solo momentanea.
…..l’autostima del bambino è strettamente proporzionale a quella sviluppata dai genitori!

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