Real Sito di Carditello (Caserta), iniziativa per la qualità dell’aria
L’Arpa Campania ha avviato una campagna straordinaria di monitoraggio presso il Real Sito di Carditello, compreso nel territorio del Comune di San Tammaro nel casertano. L’obiettivo è valutare la qualità dell’aria in un’ottica di “area vasta”, in una zona a prevalente destinazione agricola, compreso nel perimetra della cosiddetta Terra dei fuochi, su cui insistono attività produttive con possibili ripercussioni sulla presenza di determinati inquinanti atmosferici.
L’operazione comprende la collocazione di un laboratorio mobile, di deposimetri e di un wind profiler (quest’ultimo per la misurazione di svariati parametri meteorologici), permettendo di ampliare lo spettro degli inquinanti normalmente monitorati dalla rete di monitoraggio Arpac. L’iniziativa, disposta dal direttore generale Arpac Stefano Sorvino, si avvale del supporto della Fondazione Real Sito di Carditello presieduta da Luigi Nicolais. I risultati vengono diffusi attraverso il sito istituzionale dell’Agenzia.
Lo scorso 4 febbraio i tecnici dell’Agenzia hanno installato alcuni strumenti denominati “deposimetri” la cui funzione è monitorare inquinanti atmosferici quali metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel e piombo), diossine, furani (PCDD/F) e policlorobifenili (PCB). Questi strumenti raccolgono le deposizioni atmosferiche caratterizzate da quell’insieme di sostanze, inquinanti e non, presenti nell’aria, sotto forma di particelle, aerosol o gas, che raggiungono la superficie del suolo.
Le deposizioni vengono raccolte dopo oltre un mese di accumulo, portate in laboratorio e sottoposte ad analisi chimiche. Al termine di questo iter, verranno diffusi i risultati: in questo caso, infatti, lo scopo è quello di avere informazioni di lungo periodo e di stimare (se possibile) gli andamenti nel tempo della concentrazione di vari inquinanti, per i quali non esistono valori limite normativi o valori obiettivo.
Lo scorso 4 marzo, inoltre, è stato installato un laboratorio mobile (foto in alto) per una campagna di misurazione che si svilupperà in quattro fasi, ognuna delle quali sarà di almeno un mese per ogni stagione dell’anno. Gli inquinanti monitorati sono il particolato PM10 e PM2.5, il monossido di carbonio (CO), l’ozono (O3), gli ossidi di azoto (NO, NO2, NOx), l’acido solfidrico (H2S), il biossido di zolfo (SO2), i BTX (benzene, toluene, xilene) e gli idrocarburi totali (THC) e non metanici (NMHC).
In questo caso, le misure dei parametri chimici sono di tipo orario, con la possibilità di avere le medie giornaliere o per altri intervalli di tempo, mentre per le misure del particolato vengono generalmente ricavate le medie giornaliere. Sulla frazione PM10 verrà verificata la quantità di metalli normati presenti (cioè metalli rispetto ai quali sono indicati limiti di legge: arsenico, cadmio, nichel, piombo e vanadio) e gli IPA “[benzo(a)pirene e similari], mentre sulla frazione PM2.5 verrà eseguita la speciazione dei cationi e anioni (ammonio, calcio, cloruro magnesio, nitrato, potassio, sodio e solfato). Tali analisi potranno contribuire a gettare luce sulla possibile origine del particolato misurato.
La pubblicazione delle misure effettuate dal laboratorio mobile è già in atto sul sito dell’Agenzia, nella sezione “Laboratori Mobili” all’interno dell’Area Tematica Aria – Qualità dell’aria. Fanno eccezione i metalli normati e gli IPA, i cui risultati verranno pubblicati periodicamente sullo stesso sito man mano che verranno completate le analisi svolte dai laboratori dipartimentali di Arpac. I dati disponibili fino a questo momento non hanno evidenziato, per i parametri di cui è già in atto la diffusione dei dati (tra cui particolato PM10 e PM2.5 e ossidi di azoto), significativi superamenti dei limiti di legge per le medie di concentrazione giornaliera.
Infine l’Agenzia ha installato presso il sito borbonico un profilatore eolico LIDAR ultraportatile (Windcube). Questo strumento fornisce informazioni su direzione e velocità del vento fino a circa trecento metri di quota e contribuisce a far luce sui meccanismi di rimescolamento atmosferico che possono favorire o meno il ristagno degli inquinanti. In occasione di sforamenti, il Wind profiler può fornire elementi utili ad individuare delle correlazioni con possibili sorgenti.