L’università da oggi riparte in “presenza” e riacquista il “respiro”
L’università da oggi, 26 aprile, riprende le proprie attività in “presenza” nella zona rossa, arancione e gialla e ciò è stato possibile per effetto del Decreto n. 52 del 22 aprile 2021 del Consiglio dei Ministri, che già è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Pertanto, gli Atenei hanno ripristinato in “presenza” le lezioni, gli esami, le sedute di laurea, le attività di orientamento e di tutorato, dei laboratori, delle biblioteche, delle sale di lettura e di studio anche se hanno conservato la libertà di disporre la didattica secondo il proprio piano di organizzazione e nel rispetto delle linee guida per la sicurezza. E’ da evidenziare che il predetto Decreto ha stabilito che le disposizioni per la riapertura in “presenza” delle Università “si applicano, per quanto compatibile, anche alle Istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, fermo restando le attività che devono necessariamente svolgersi in presenza, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento che può acquisire il parere, per i Conservatori di Musica, del Comitato Territoriale di Coordinamento (CO.TE.CO.) e, per le Accademie e gli ISIA, della competente Conferenza dei Direttori, nonché alle attività delle altre istituzioni di Alta Formazione collegate alle Università”.
Il Professore Giuseppe Cirino sul quotidiano “IL MATTINO” del 25 aprile 2021, sulla riapertura in “presenza” degli Istituti Universitari ha scritto un significativo articolo dal titolo “Il <respiro> degli studenti necessario all’Università” e lo ha impreziosito vergando “Esangue. Sì. Questo è l’aggettivo. Erano giorni che continuavo a rimuginare tra me e me. Ma come si potrebbe descrivere con una parola l’Ateneo in emergenza, Covid e didattica obbligatoria? (…) Aule e biblioteche vuote, corridoi silenziosi, bar interni alle strutture chiusi. Non ci sono studenti in attesa dell’esame che chiacchierano e si scambiano suggerimenti ma anche paure ed ansie. Non ci sono studenti che silenziosamente ripetono nella loro mente argomenti prima dell’esame passeggiando nervosamente. Non c’è la gioia perché l’esame è andato bene, la tristezza perché è andato male. Non c’è l’amico-collega con cui fermarsi a celebrare e decidere quale sarà il prossimo esame e cosa si farà la sera per festeggiare.
Esangue. Sì, perché tutto questo brulicare genera quell’aria speciale piena di sogni, speranze ed ansie dell’Università che ora non si respira più” (…). Il Professore Cirino ha concluso il suo pregnante e attuale articolo nel quale ha magistralmente fotografato e rievocato il calore, le ansie, le trepidazioni, le emozioni, le tensioni, le delusioni, le gioie e tutto ciò che costituiscono “l’atmosfera e l’ambiente” dell’Università e ha mirabilmente concluso “Gli studenti sono come l’aria per i polmoni: il <respiro> necessario per ossigenare il sangue. L’Università senza questo respiro non esiste. E’ necessario augurarsi che questo <respiro> torni presto a popolare, possente, con tutta la sua forza vitale l’Ateneo e la città esangue”.