Totò, ad oltre mezzo secolo dalla scomparsa, è sempre vivo il ricordo

Totò, nato a Napoli nel 1898 presso il Rione Sanità, è stato definito il Principe della risata. In effetti si chiamava Antonio de Curtis ed è stato definito così perché, nonostante non fosse mai stato riconosciuto dal padre, non faceva mai pesare questo disagio sugli altri, ed aveva capito che nello scherzo e nella risata si potesse dire la verità e si potesse aiutare gli altri affrontando vari temi sociali. Tali temi sociali sono: far sorridere i bambini, aiutare i poveri e gli animali. Totò possedeva un canile. Di notte usciva di casa per infilare alcune banconote sotto le porte dei bisognosi. Ha scritto e interpretato “Miseria e Nobiltà” e “Totò, Peppino e … la malafemmina”.
Poi un’altra opera fondamentale che fa riflettere molto è, “‘A livella”, una poesia che afferma l’idea dell’uguaglianza sociale. Quindi con quest’opera vuole portare la società ad eliminare la disparità delle classi sociali ed affermare che siamo tutti uguali. Totò muore nel 1967 ma, ancora oggi, vive la sua filosofia.
Nel Rione Sanità è stato costruito un piccolo teatro in suo onore. Piace ricordare una frase che ripeteva in continuazione: “Signore si nasce e io lo nacqui”, dietro queste parole sono racchiusi tanti significati. Imparò a fare le smorfie perché a scuola lo prendevano in giro. Dopo poco si aprì il sipario della sua vita… piena di successo!

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