I familiari, i Passionisti, l’AsEAP e gli amici e gli estimatori ricordano Antonio Romano nel trigesimo della morte
Alle ore 19.30 di oggi, 7 maggio 2021, nella parrocchia di Cesa di San Cesario diacono e martire verrà celebrato una solenne eucarestia in suffragio di Antonio Romano, marito esemplare, padre premuroso, nonno affabile, Presidente attento e fattivo dell’Associazione ex alunni passionisti – AsEAP – per circa un trentennio (1990-2021) e amico di tanti cittadini di ogni estrazione sociale, che si spense il 21 marzo u.s. all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta ove si trovava ricoverato per aver contratto il Covid-19.
E’ molto difficile, se non impossibile, scindere la persona di Antonio Romano dalla Comunità dei Padri Passionisti della Congregazione di San Paolo della Croce che lo ha annoverato dal 1957 tra i suoi alunni nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta (CE) e nei conventi di Falvaterra (FR) e di Ceccano (FR) e nella Casa passionista dell’Isola del Gran Sasso (TE) di San Gabriele dell’Addolorata e a seguire nella Pontificia Facoltà di Teologia della sezione “San Tommaso” di Napoli. Mentre era impegnato in questi ultimi studi decise, non senza tormenti, di rientrare nel proprio nucleo familiare e riprese la vita laicale ma completò gli studi e conseguì la Licenza in Teologia.
Antonio Romano ritornò in quel di Cesa (CE), suo paese nativo, ma nel suo “io” restò per sempre legato al “carisma” passionista e profuse impegno, dedizione, abnegazione, disponibilità nella guida dell’Azione Cattolica della sua parrocchia, San Cesario diacono e martire, e successivamente nella presidenza dell’Azione Cattolica della sua diocesi, Aversa, e quale docente di Religione Cattolica. Ma il suo cuore era sempre “passionista” e si attivò, non poco, per promuovere e fondare l’Associazione ex alunni passionisti –AsEAP -, 1990-1991, e della stessa è stato sempre una guida sicura e un faro luminoso.
Enucleare tutte le iniziative che poneva in essere negli annuali raduni degli ex alunni passionisti che si sono tenti nei conventi di Calvi Risorta, Falvaterra, Ceccano e Airola (BN) è impossibile. Ogni raduno lo caratterizzava con il porre all’attenzione una tematica attuale e coinvolgente e riusciva sempre a coinvolgere le pubbliche Istituzioni (civili, militari, religiose, scolastiche) e a far sentire membri dell’Associazione i partecipanti a qualsiasi titolo intervenuti. L’AsEAP, su suo impulso e determinazione, al fine di socializzare ideali, proposte, percorsi e iniziative si dotò di una rivista/bollettino che venne stampata negli anni 1991, 1995, 1996, 2000 e ininterrottamente si stampa dal 2004 ai giorni nostri con il titolo significativo “LE NOSTRE RADICI” e nella direzione della stessa non lesinò sforzi economici e dispendio di energie.
Le esequie, nel rispetto delle restrizioni imposte dalle disposizioni impartite dalle autorità preposte per contenere e limitare la diffusione del coronavirus, si svolsero il 22 marzo nel cimitero di Cesa. L’Azione Cattolica della parrocchia di San Cesario nell’apprendere la ferale notizia, peraltro del tutto inaspettata, divulgò un comunicato/messaggio che recitava “L’Azione Cattolica di Cesa affida alla misericordia del Signore della vita, nel giorno in cui l’ha chiamato a sé, il carissimo ANTONIO ROMANO, già Presidente Parrocchiale dal 1987 al 1992, e ringrazia Dio per il dono della sua persona alla comunità civile e religiosa. Sentiamo di esprimere i sentimenti di tutti coloro che hanno conosciuto qual era, semplice operaio della vigna del Signore, educatore e compagno di cammino di moltissimi giovani, fondatore, assieme a tanti ex alunni dei Passionisti, del Movimento Laicale Passionista Nazionale, uomo della disponibilità immensa. Alla famiglia esprimiamo tutta la nostra vicinanza e al Signore lo affidiamo nuovamente perché lo accolga tra i beati in Paradiso. Per tutto, GRAZIE TONINO”. Nei giorni seguenti all’evento luttuoso anche la rivista/bollettino “LE NOSTRE RADICI” rese memoria al suo compianto Presidente/Direttore con un ricordo di Padre Giuseppe Comparelli “La conclusione così inaspettata del suo viaggio terreno ci ha fatto riflettere su quanto perde la famiglia dell’AsEAP, oltre quella dei suoi cari, e sull’interruzione di un servizio di risonanza ecclesiale com’è quello della testimonianza laicale (…)”; di Padre Ludovico Izzo “Un augurio agli ex alunni me lo puoi fare?… Isolato in una stanza di un ospedale, con l’ansia e la paura di un virus contratto, il carissimo Antonio Romano, si preoccupava, come sempre di tenere gli amici dell’AsEAP, attraverso gli annuali auguri pasquali da inviare. E’ l’ultimo messaggio WhatsApp che io ho ricevuto da Antonio! Sembrava un testamento, un ultimo sigillo, che mostrava il suo attaccamento alla famiglia degli ex alunni passionisti, fatto di storia, profonda amicizia e sensibile comunione d’affetto. (…)”; di Padre Amedeo De Francesco “La Pasqua passaggio di Cristo Risorto, speriamo quanto prima ci faccia passare da questo periodo di sofferenza e morte, ad una vita di nuovo dignitosa e realizzata. (…)”; Padre Carlo Cautillo “Da circa 2000 anni la Pasqua ci fa rivivere la resurrezione del Crocifisso. La Chiesa ripete le parole che i nostri fratelli ortodossi si scambiano come saluto: Cristo è veramente risorto. In questa proclamazione è inclusa la professione di tutte le altre verità cristiane come la Trinità, la nostra Resurrezione e quella della creazione intera. La fede cristiana ci dice che con la resurrezione di Cristo l’eternità, la vita nuova e definitiva è già entrata nella storia, nella nostra esperienza. (…)” e di Antonio Gargiulo, membro del Direttivo e tesoriere dell’AsEAP “Continuare la pubblicazione del bollettino associativo “LE NOSTRE RADICI” è il modo migliore per onorare la memoria di Antonio Romano, icona dell’AsEAP”.
A testimonianza e conferma del legame che esisteva tra Antonio Romano, i Padri Passionisti e l’AsEAP si ha notizia della partecipazione alla concelebrazione in suffragio della sua anima dell’Assistente Spirituale dell’AsEAP Padre Ludovico Izzo e del Superiore della Comunità Passionista di Airola (BN) Padre Amedeo De Francesco, di una folta rappresentanza di ex alunni passionisti e di tanti amici ed estimatori.
E’ doveroso evidenziare che sulla lapide marmorea dell’edicola funeraria che custodisce i suoi resti mortali è stato incisa la frase a lui tanto cara che spesso riportava nella rivista associativa “IL valore o la grandezza del cristiano non sta nelle cose che fa, ma nella sua stessa esistenza vissuta sotto lo sguardo di Dio” e sotto la lampada votiva è stato scolpito lo “stemma” che i Passionisti portano sulla veste nera quale simbolo del “lutto nel cuore” e tale simbolo ricorda a tutti il mandato di San Paolo della Croce “Ci dedichiamo a fare memoria delle sofferenze di Gesù e a promuovere, nei cuori della gente, una vera devozione alla sua Passione”.