Misure urgenti per la disciplina del traffico marittimo a Venezia
Prima che la crisi dovuta alla pandemia mettesse in ginocchio l’economia veneziana e azzerasse il traffico crocieristico, passavano navi fino a 96 mila tonnellate, che riprenderanno a transitare tra poche settimane, a partire dal 5 giugno. Per cui bene ha fatto il governo ad intervenire per affrontare la questione delle grandi navi a Venezia. Il decreto stabilisce di indire, entro due mesi, un concorso internazionale di idee, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio urbanistico e ambientale di Venezia e della sua laguna, nonché la salvaguardia dell’attività portuale che è parte integrante della storia della città: non c’è Venezia senza il suo porto, un binomio che dura da secoli. Se Venezia rappresenta un miracolo dell’ingegno umano, è anche perché nei secoli ha saputo sempre trovare un equilibrio virtuoso. Venezia non è una cartolina, non è un museo: è una città viva. Il progetto di un porto fuori la laguna è molto ambizioso e rappresenta una sfida nel segno dell’innovazione adeguata ad una città unica al mondo. Contestualmente al concorso di idee, però, è necessario adottare misure adeguate per la ripresa dei traffici marittimi. Indicare dei tempi certi e ribadire che non è pensabile lo scavo di altri canali. Bisogna, quindi, consentire in laguna l’ingresso solo a navi a misura di Venezia, compatibili con l’ecosistema, tenendo conto della stazza, ma anche dell’impatto sulle fondazioni dei palazzi, delle emissioni in atmosfera e di tutti i parametri relativi all’ambiente e alla sicurezza.