Funghi: grande scoperta su Marte
Come nell’inizio di un film anni ’90 sugli alieni, uno scienziato soprannominato “Space Tiger King” e i suoi colleghi stanno affermando che le strane rocce che sono state viste su Marte sono in realtà funghi, andando in contrapposizione con quello che crede la comunità scientifica e la NASA. In un film anni ’90 avrebbero ragione, manderebbero una spedizione umana a scoprire qualcosa in più, fino a incontrare una specie mostruosa nascosta nel sottosuolo. Nella realtà invece non è proprio così. Il microbiologo Dott. Xinli Wei dell’Accademia cinese delle scienze, l’astrofisico Dott. Rudolph Schild di Harvard-Smithsonian e il Dott. Rhawn Gabriel Joseph hanno studiato le immagini scattate dal rover Curiosity della NASA sul pianeta rosso, sostenendo che ci sono dei piccoli funghi a palloncino che germogliano nelle tracce del veicolo e altrove. I tre scienziati non sono nuovi a questo tipo di conclusioni. Nell’aprile del 2020 hanno pubblicato uno studio simile su Research Gate, sempre sui funghi marziani. “Durante la sua missione al cratere Eagle, nel Meridiani Planum (una pianura all’equatore del pianeta), il rover Opportunity ha fotografato migliaia di formazioni simili a funghi e licheni con steli sottili e cappucci sferici, raggruppati insieme in colonie attaccate e sporgenti dalle cime e dai lati delle rocce”, si legge nel documento del 2020 che però non è stato sottoposto a una peer review scientifica. “Quelli sui lati superiori erano spesso orientati collettivamente, tramite i cappucci e gli steli, in una direzione con un angolo verso l’alto simile a quella tipica degli organismi fotosintetici.” Nel 2014 Joseph aveva chiesto alla NASA di esaminare quello che secondo lui era un organismo e che però si rivelò essere una roccia. Anche per questo i tre non sono esattamente ben visti dalla comunità scientifica, allargandosi in affermazioni mai supportate da prove empiriche e solo da osservazioni fotografiche e “intuito”. Nel loro ultimo studio hanno allegato 40 immagini, per supportare le loro affermazioni. Secondo loro i canali scuri di Marte visti da Curiosity sono la prova dell’esistenza di funghi neri, muffe, licheni, alghe e altre specie che riducono lo zolfo. La NASA invece ha detto che questi enormi canali sono il risultato dello scongelamento del ghiaccio stagionale di anidride carbonica. E i tre scienziati “ribelli” hanno aggiunto che è lì sotto che le colonie di funghi possono vivere. Nonostante tutto il team ammette però che le somiglianze nella morfologia non sono una prova di vita. Ma sono comunque convinti che tracce importanti per crederlo esistano. “È ben accertato che una varietà di organismi terrestri sopravvive a condizioni simili a Marte,” hanno spiegato nel loro articolo, aggiungendo che “Quasi tutti gli scienziati che hanno cercato la vita attuale o passata su Marte, hanno riportato risultati positivi.