Censura e libertà di espressione, l’Italia al 41° posto

Lo scorso 3 maggio è stata celebrata la Giornata Internazionale della libertà di stampa. Purtroppo in Italia è un diritto che troppo spesso viene sacrificato e a dimostrarlo ci sono due tristi fattori: il 41° posto nella classifica mondiale (ultima nazione europea per libertà di stampa) e i giornalisti sotto scorta. La Fnsi ha presentato un dossier stilato su cronisti minacciati, censurati, imbavagliati. Nell’aula parlamentare dell’Ue ha parlato Josep Borrel Fontelles, portavoce del massimo organo europeo: “La libertà di stampa e di espressione è un pilastro delle società democratiche”. Negli ultimi mesi tale tematica è stata lungamente dibattuta: dalle accuse del cantante Fedez nei confronti del direttore di Rai 3, Franco di Mare, alla censura del testo epurato “Zitti e buoni” dei Måneskin, vincitori dell’Eurovision Song Contest. Il fenomeno della censura ha profonde radici: “Tutti costoro direbbero che questo gesto è gradito, se la paura non serrasse loro la bocca”, così recitano alcuni versi dell’Antigone di Sofocle che ci spingono a pensare che forse la censura è figlia della paura?
Altro fattore che ci conduce su questo cammino è la censura “palese e occulta” condotta da Mussolini nei confronti di D’Annunzio: fino alla conclusione dell’impresa di Fiume, il Duce ha rappresentato una figura ancora secondaria rispetto a D’Annunzio, ma conquistato il potere, Mussolini ha «addomesticato» il poeta, che è rimasto sempre scontrosamente isolato a Gardone. “The goal of censorship is control”, parole queste, del giornalista della BBC, George Orwell, che nel suo 1984 tratta il “The Party”, regime totalitario dell’Oceania, con a capo “The Big Brother” che impone lo sguardo arcigno su ogni aspetto della società.

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