Parola d’ordine: “Resilienza”
Come l’araba fenice, l’uccello che si rigenera dalle proprie ceneri, così noi , armati di resilienza, dobbiamo imitare per affrontare questo flagello che imperversa a livello planetario, decimando la popolazione in ogni parte dei continenti della nostra amata Terra.
La resilienza non è altro che quella vitale capacità di reagire agli eventi negativi.
Tutto parte dalla mente diabolica del bioterrorista, ufficiale militare comunista della Cina, Ciao Wuchun.
Il 26 gennaio 2020 Cao ha accompagnato Chan Eri, massimo esperto cinese di guerra biologica, a Wuhan ed hanno assunto il comando del laboratorio. Trump ha ribadito più volte che il Covid-19 sia un’arma biologica di fabbricazione cinese. In un documento pubblicato nel febbraio 2020 si fa riferimento al fatto che il Covid sia identico al 96% a livello dell’intero genoma a un coronavirus di pipistrello.
Che cosa hanno pensato di fare questi cinesi? Affermare la loro potenza sulle lacrime?
Non hanno fatto altro che unirci ancora di più. Basti pensare come sono unite le forze armate per fare tamponi e sia stato adibito come centro vaccinale l’immenso Hangar Atitech dell’aeroporto di Capodichino, nonché ha dato lavoro a tanti giovani.
Ho sentito nell’aria tanto altruismo e amore per il prossimo.
E ancora i vaccini sono stati permessi giovani che si devono recare al centro vaccinale possibilmente con una persona di 67 anni.
E come l’onda del mare si infrange sugli scogli lasciando quella sensazione di freschezza così è l’organizzazione italiana che affronta l’annientamento del virus.
Parola d’ordine “resilienza” per i più deboli, poiché ci sono state persone che si sono ammalate mentalmente.