Cos’è l’Arte?
Cos’è l’Arte? Ci piace pensare che sia l’intrinseca movenza della bellezza, bruttezza e follia dell’animo umano. Qual è l’influenza che può avere ai giorni nostri? In greco τέχνη (téchne) significa Arte, un concetto basato quindi sulla tecnica, d’altronde non è un caso che i greci fossero ossessionati dal culto delle proporzioni, basti pensare al segmento aureo di fidiana memoria o al concetto di bellezza in sé. In latino il sostantivo Ars, Artis da cui deriva la moderna terminologia Arte significava mestiere: l’artigiano era innanzitutto un artista.
Van Gogh affermava in un tempo lontano “sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”, le due attività sembrano connaturate vicendevolmente, ma ad oggi si può ancora dipingere il proprio sogno anche se radicato nell’ Arte stessa? Cos’è diventata l’arte? Comunicazione lo è sempre stata, a partire dalle pitture rupestri e la rustica funzione utilitaristica di queste impresse sulle mura di Lascaux in Francia: racconti, azioni, immagini propiziatorie. L’arte è ancora strumento didattico, basti pensare ai bassorilievi medievali, messaggi incastonati per coloro non ancora edotti all’ ambito della scrittura; l’interpretazione grafica dunque si prospetta congenita all’animo umano. Cos’è oggi l’Arte? Narra ancora voglia di scoperta, evoluzione, un grido alle stragi e agli orrori, gioia campestre, manifesto, voce delle più basse sfere della società? No, l’arte oggi è uno status symbol, cibo per ricchi, mera comunicazione oggettivamente brutta, Arte di massa che sappia raggiungere il gusto di quante più persone possibile, che sappia ornare i vuoti salotti di opulente case in cui, il più delle volte i proprietari non conoscono nemmeno l’autore delle opere che espongono. L’arte è un uccello in gabbia silente, sotto l’ala arcigna di un uomo povero d’animo, sordo e purtroppo cieco.