Castro: tappa del viaggio di Enea
La piccola Castro, nel Salento, è stata riconosciuta come tappa degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, dopo le scoperte archeologiche che proprio nel piccolo borgo pugliese bagnato dall’Adriatico hanno portato alla luce la città sacra dedicata a Minerva. Gli scavi condotti dall’archeologo Francesco D’Andria, socio dell’Accademia dei Lincei e professore emerito di Archeologia classica all’Università del Salento, hanno consentito di individuare a Castro l’approdo di Enea in fuga da Troia. Il 45esimo itinerario culturale selezionato dall’Ue attraversa cinque paesi del Mediterraneo (Turchia, Grecia, Albania, Tunisia e Italia) e diverse regioni italiane (Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Lazio). In questo itinerario, Castro è una delle tappe più suggestive in virtù delle importanti scoperte frutto di campagne di scavo con fondi privati. Questo risultato è stato possibile grazie a un lavoro lungo in quattro anni di sinergia fra amministrazioni locali, nazionali e internazionali e la comunità scientifica. Il riconoscimento del Consiglio d’Europa è un punto di arrivo nel percorso di candidatura condotto dal consorzio. La rotta di Enea, con il suo Presidente, l’architetto Giovanni Cafiero, e dal Comune di Edremit, in Turchia, nel cui territorio si trovano il sito di Troia, dal quale inizia tutta la storia del Mediterraneo. Un percorso culturale che si dipana attraverso il grande museo archeologico di Troia, costruito dal governo turco con un allestimento molto innovativo, e il sito costiero di Antandros, all’interno del Parco Nazionale del Monte Ida, da dove Enea iniziò il mitico viaggio che lo avrebbe portato alle foci del Tevere, alla ricerca dell’Antica Madre, da dove proveniva Dardano, il fondatore di Ilio-Troia. Si tratta di un riconoscimento che potrà avere un impatto molto positivo sul turismo culturale pugliese e siamo di fronte anche a un importante successo, considerate le difficoltà di collegare cinque paesi del Mediterraneo diversi per lingua, religione, tradizioni politiche e culturali, anche se uniti da comuni radici che legano le coste del piccolo mare Mediterraneo. Una di queste radici, particolarmente tenace, nasce dalla madre di tutte le storie narrata da Omero nell’Iliade, la guerra e la distruzione della città e quindi i ritorni degli eroi, quelli greci, alle loro case, come Ulisse, ma dopo viaggi che erano una vera Odissea, e quelli troiani come Enea, prototipo di tutti i migranti, con la sua carica di contraddizioni, alla ricerca di nuove spiagge dove fondare nuove città. Intanto, a Castro gli sforzi degli archeologi vanno avanti con l’obiettivo di portare alla luce nuove testimonianze. Nell’Eneide i versi in cui ricorre nome Italia. Nell’economia del poema, Castro rappresenta uno dei momenti di maggiore enfasi sentimentale. Nei due versi del libro III dell’Eneide in cui Virgilio racconta la traversata del Canale di Otranto delle navi troiane, dopo la sosta a Butrinto, e l’apparizione, nella nebbia di un’alba fatidica, delle basse coste del Salento, humilis Italia, il nome dell’Italia viene ripetuto per ben tre volte, nell’invocazione dei compagni di Enea che credono di esser giunti alla meta.