L’ultraconservatore Ebrahim Raisi è stato eletto Presidente dell’Iran

Ebrahim Raisi, l’ex capo della magistratura iraniana, consigliere del grande Ayatollah Ali Khamenei, guiderà la Repubblica teocratica che è ai vertici del terrorismo islamico di matrice sciita, e che ha mandato a morte migliaia di giovani oppositori del regime o persone che non si conformavano ai diktat religiosi dei Mullah. Solo nell’anno 2020 sono state eseguite 246 condanne a morte.
La pena di morte in Iran è prevista per omicidio, stupro, adulterio, apostasia, blasfemia, omosessualità, prostituzione, estorsione, reati militari, reati economici, cospirazione contro il Governo, rapina a mano armata e reati legati alla droga. Il Governo diffondendo dati falsi e affermando che la partecipazione è stata del 48,0 %, comunque il dato più basso della Repubblica islamica, è riuscito nel suo boicottaggio. Probabilmente la percentuale di affluenza alle urne è stata molto più bassa, e chi si è recato a votare l’ha fatto per paura di ritorsioni.
Secondo quanto riferisce la Fars, Mir Hossein Moussavi ex leader del Movimento Verde decimato dallo sparire nel nulla di migliaia di giovani, e che voleva un’astensione di massa, si è congratulato con il serial killer del regime iraniano.
L’elezione del “macellaio di Teheran”, denunciato dalla Comunità internazionale per il suo ruolo diretto nelle esecuzioni extra giudiziali di oltre 30mila persone, è una bruttissima notizia per tutti. Israele non avrà altra scelta se non quella di preparare piani di attacco contro il programma nucleare iraniano, perché l’Iran ormai è troppo avanti nel programma nucleare, secondo quanto dichiarato dall’alto funzionario della difesa Yedioth Ahronot.
Sappiamo che più volte dall’Iran sono prevenute minacce all’UE sulle armi atomiche, ponendo fine alla sua adesione al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Più volte lo stato d’Israele, unica democrazia del Medio Oriente, è stato minacciato di estinzione da parte dell’Iran, e in questo periodo l’Iran è uno stato a capacità nucleare, secondo l’allarme di esperti israeliani.
Da parte nostra, come Paese democratico, è opportuno auspicare che gli Usa, con il nuovo Presidente Joe Biden, non tornino all’accordo nucleare o sperare in un “ulteriore sviluppo di una cooperazione bilaterale costruttiva>> come ha espresso Presidente russo Vladimir Putin? Dopo lo stop di Trump e le sanzioni americane, tornare indietro sarà difficile?”

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