Breve storia del Tricolore
In questo inizio luglio, mentre l’Italia boccheggia avvolta da aria rovente, sui balconi e alle finestre, nelle piazze e anche disegnato sui volti di giovani e meno giovani, si può scorgere il tricolore.
A unire il popolo italico sotto il verde, il bianco e il rosso della nostra bandiera sono le imprese calcistiche della nostra Nazionale che si appresta a giocare la finale dell’Europeo 2020, torneo rimandato lo scorso anno a causa dell’avvento del Covid-19.
In realtà è da più di un anno che il nostro tricolore sventola alle finestre, usato come simbolo di coraggio e solidarietà da un popolo fra i più colpiti al mondo dalla terribile pandemia arrivata dall’Estremo Oriente.
In queste sere ci si avvolge nel tricolore, si canta l’inno a squarciagola con la mano sul cuore e si ha voglia di abbracciarsi, gioire e festeggiare, ritrovando anche quella normalità che il virus sembrava aver spazzato via. Ma molti non conoscono la storia del nostro vessillo.
Da bambini abbiamo tutti sentito dire che i tre colori della nostra bandiera rappresentano il verde dei nostri prati, il bianco delle nostre nevi perenni (ahinoi sempre meno perenni…) e il rosso del sangue dei nostri valorosi soldati caduti al fronte per difendere la libertà, ma seppur suggestiva e romantica, la verità non è questa.
Il tricolore nasce a Reggio Emilia (oggi conosciuta appunto come città del tricolore) il 7 gennaio del 1797 e ad idearlo, inizialmente, furono Luigi Zamboni, studente bolognese e Giovanni Battista De Rolandis, patriota piemontese. I due giovani studenti, si conobbero a Bologna e tentarono una sommossa per liberare la città dal potere assolutista che la governava da più di 200 anni, raccogliendo intorno a loro altri studenti, giovani laureati e uomini di strada. In quel tempo il territorio europeo vedeva l’esercito francese avanzare a suon di vittorie e i due giovani rivoluzionari decisero di creare una coccarda per i loro seguaci, come in uso in Francia per i soldati, sostituendo il blu francese con il verde. Colori diversi ma stesso significato allegorico: Giustizia, Uguaglianza e Fratellanza.
I due giovani e i loro seguaci iniziarono a scrivere e distribuire manifesti, ma furono catturati e rinchiusi nel carcere di Bologna: Luigi Zamboni fu trovato impiccato qualche mese dopo nella sua cella, in circostanze mai chiarite e a De Rolandis fu riservata la forca dopo aver subito atroci torture. I due giovani ragazzi sono oggi considerati Martiri della libertà italiana e del Risorgimento.
Il rosso, il bianco e il verde furono poi adottati, nelle coccarde, da Napoleone Bonaparte per distinguere i soldati italiani all’interno dell’esercito napoleonico durante la campagna d’Italia e il 7 Gennaio 1797, la Repubblica Cispadana decise di adottare i tre colori oltre che per le coccarde dei soldati, anche come bandiera, portando di fatto alla nascita del tricolore come lo conosciamo oggi. Con la sconfitta di Napoleone nel 1814, il tricolore venne messo ufficialmente da parte. Tornò in uso nel 1848 come bandiera del Regno di Sardegna quando i Savoia aggiunsero il loro stemma nel mezzo e dopo l’unificazione divenne la bandiera del Regno d’Italia. Con la fine della Seconda Guerra mondiale e con il passaggio dell’Italia da monarchia a Repubblica il tricolore resta, ma viene rimosso dal suo interno lo stemma dei monarchici e la sua definitiva “consacrazione” avviene con la promulgazione della Costituzione italiana che all’art.12 sancisce “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.”
E in un territorio che accoglie al suo interno lo Stato del Vaticano, non si poteva non dare anche un grande valore religioso e simbolico alla bandiera e infatti i colori del vessillo italiano sono legati alle tre virtù teologali: il verde della speranza, il bianco della fede e il rosso della carità.
E il nostro Codice penale tutela l’utilizzo e l’esposizione della bandiera attraverso leggi che ne disciplinano le modalità di esposizione e che la difendono da tutti gli atti di vilipendio.
Questa, brevemente, è la storia della nostra tanto amata bandiera. Adesso non resta che aspettare la partita della nostra Nazionale pronti a sventolare il tricolore! In alto le bandiere!!!! Forza azzurri!!!