Mass-media… tutti impegnati per un pallone ma, la salute dei cittadini quando?
Mariagrazia Iaderola – In queste ore l’Italia intera aspetta con trepidazione che arrivi il fischio d’inizio per assistere alla finale di calcio che potrebbe consegnarci il titolo tanto atteso di Campioni d’Europa. Io, nel mio piccolo, vorrei invece che quella stessa foga del tifo e dell’orgoglio nazionale si riversasse a Napoli, precisamente presso la rotonda Diaz a partire dalle 18:30, per assistere ad uno spettacolo meraviglioso: il trionfo dell’umanità, ma soprattutto della verità, quella stessa verità che ormai da mesi viene apertamente oscurata dalle reti nazionali e dai mezzi di comunicazione di massa. Forse non tutti sanno che dal febbraio 2020, grazie alla brillante intuizione di un avvocato napoletano, Erich Grimaldi, è nato un gruppo, un gruppo speciale, il Comitato terapia domiciliare Covid-19. Esso ha visto convergere la preparazione di tanti medici italiani, supportati anche da personalità scientifiche straniere, intenti a scambiarsi nozioni mediche e a confrontare le proprie esperienze, per mettere in atto la strategia di cura migliore per combattere il Covid. È da più di un anno che questo gruppo continua a lavorare, a salvare vite umane, a curare in scienza e coscienza. Basta scrivere un post di aiuto sulla pagina Facebook non appena compaiono sintomi sospetti riconducibili al Covid, senza neppure aspettare l’esito del tampone. Si viene prontamente accolti da un moderatore che valuta l’urgenza della situazione e pone in contatto il paziente con un medico che, attraverso il canale Messenger, prende in carico il malato e con un contatto continuo e costante, dà indicazioni sulla terapia più adatta da seguire. Sembra riduttivo spiegato così, forse fin troppo semplice, ma leggere ogni volta sotto un post d’aiuto, la frase “contatto medico paziente avvenuto” è un tuffo al cuore, un’emozione forte perché in quella frase è racchiuso il legame a doppio filo che unisce due persone perfettamente sconosciute. Un legame in cui una è la parte fragile, spaurita, angosciata, l’altra, invece, è la parte forte, rassicurante ed accogliente. In ciò c’è il senso dell’umanità vera, dell’aiuto reciproco ed incondizionato, del sacrificio di uomini e donne che non si risparmiano, ma anzi donano tempo e passione a chi il Covid l’ha vissuto e lo vive sulla propria pelle con annessi e connessi. Di tutto ciò in questo anno la TV non ha mai parlato. L’avvocato Grimaldi e il suo staff hanno chiesto più volte di partecipare ad un tavolo di confronto col comitato tecnico scientifico per affermare l’importanza delle cure domiciliari precoci, per rivedere l’assurdo protocollo della “Tachipirina e vigile attesa”… ma attesa di cosa? Ogni tentativo è stato vano, ecco quindi la necessità di scendere in piazza, l’8 maggio a Roma, il 6 giugno a Milano. Nonostante la folla immensa, le testimonianze di medici e pazienti, la TV non ne ha parlato, ha preferito e continua a preferire la via del silenzio, l’omertà di chi sa che questo gruppo fa troppo rumore e potrebbe rovinare qualche piano sotteso. Ecco quindi che l’avvocato Grimaldi ha chiesto a gran voce un incontro con i dirigenti Rai e ha organizzato prima una passeggiata fuori la sede Rai di Roma, poi, il 29 giugno, una simultanea manifestazione presso tutte le sedi Rai di Italia per avere spiegazioni circa l’ostracismo posto in essere non solo contro il Comitato, ma fondamentalmente contro tutti gli italiani che, pagando il canone Rai, meriterebbero di essere informati in maniera corretta ed obiettiva. Invece, si vedono propinare in tv solo il pensiero predominante, quello che altri al potere hanno deciso debba essere il modus operandi assoluto. Mi spiace, non è così, c’è una buona fetta di italiani che dà voce al comitato, che ne urla l’importanza e ne chiede il giusto riconoscimento nell’ambito di un programma che ha come obiettivo “la salute di tutti”. Il Covid c’è, esiste, nessuno ne discute l’esistenza e/o la pericolosità, ma il Covid si cura, si può curare a casa ai primi sintomi, attaccandolo inizialmente con farmaci da banco che abbiamo tutti in casa. Questo è il concetto fondamentale che agita l’anima del comitato, non bisogna attendere nulla, vigile attesa di cosa? Che si peggiori per andare in ospedale ed intasare la sanità pubblica già di per sé martoriata dai pregressi tagli insensati? Io do voce nel mio piccolo al comitato, lo faccio con tutti i mezzi e i canali che mi sono consentiti e spero che chiunque legga queste quattro ( … che poi quattro non sono!) righe, si senta invogliato a scoprire, ascoltare, partecipare a questa meravigliosa realtà umana. Ecco, è questa l’Italia che oggi vorrei sentire tifare: voglio essere curato con le terapie domiciliari precoci.