C’è voglia di ripartenza in un’estate arrivata con tante speranze
C’è voglia di normalità in un’estate che ci porterà al punto decisivo per debellare la pandemia. C’è voglia di arte quest’estate, l’essere umano avverte da sempre la grande voglia e necessità di nutrirsi di arte, di respirare l’arte e vivere in essa l’estasi dell’animo, l’unione con la stessa e la simbiosi con la natura. Ieri a Caserta, nella Reggia, all’interno del parco reale, nella magica atmosfera di storia e natura del teatro dell’Aperia del giardino inglese, è andato in scena uno spettacolo come tanti, ma unico nel suo genere: il Summer Tour di Ludovico Einaudi, nell’ambito di “Un’estate da re”. Il compositore sessantacinquenne nato a Torino è un pianista famoso e affermato in tutto il mondo, vero fiore all’occhiello della musica contemporanea italiana. Noto per aver inciso le colonne sonore del film “Quasi amici”, si è affermato in tour per il mondo grazie alle celebri opere da lui composte, come “Le onde”, “Divenire”, “I giorni”, contenute negli omonimi album musicali. E poi l’album in “A time lapse” e infine “12 songs from home” pubblicate l’anno scorso in pieno lockdown, dove Einaudi riproponeva i suoi brani più famosi, col suo smartphone, nell’atmosfera di casa sua. Lo spettacolo andato in scena ieri alla Reggia di Caserta è stato unico nel suo genere proprio in virtù del mix della cornice storico-naturale e del tema che l’artista ha proposto: “Seven days walking” del 2019, frutto del suo lavoro nato durante le sue passeggiate invernali in montagna, sulle Alpi. Questa sua opera rappresenta la musica in cammino proprio nella natura, che prende per mano il pubblico e lo porta con sé nel tragitto verso l’elevazione dell’animo. Einaudi restò impressionato, durante le sue passeggiate, dal panorama coperto dalla neve: era proprio quest’ultima la protagonista che caratterizzava il paesaggio. Egli disse che la neve portava a una minimizzazione delle forme su cui si posava, lasciando lui libero di viaggiare con la mente fuori dagli schemi. Ludovico creò quindi un labirinto musicale per far capire alle persone come un’idea di musica può andare in varie direzioni, cambiando sempre a ogni nuovo ascolto. Accompagnato dal violoncellista Redi Hasa e dal violinista Federico Mecozzi, Einaudi ha fatto entrare il pubblico nel suo mondo come al solito, ma stavolta gli intervalli di silenzio della sua musica venivano colmati dal dolce rumore delle cascate e dal cinguettio degli uccelli dei Giardini Reali. Il socchiudere gli occhi per brevi momenti permetteva ai presenti di provare le stesse emozioni che il compositore aveva vissuto nelle sue passeggiate alpine. Il contrasto tra la protagonista dell’opera, la neve fredda, e la cornice estiva della reggia è riuscito a creare nello spettatore quella compensazione emotiva di un freddo che rinfresca il corpo e di un caldo che scalda l’anima. La seconda parte, più breve, è stata quella dedicata agli appassionati e a coloro che conoscono solo marginalmente Einaudi: un compendio di alcune delle sue opere più famose. Il Maestro da solista ha eseguito “Una mattina”, colonna sonora di “Quasi amici”, arrivando fino all’inconfondibile e famosissima “Nuvole bianche”. A chiudere il concerto è stata “Experience”, col rientro sul palco di Mecozzi e Hasa a creare la perfetta alchimia col pianoforte di Einaudi per quello che rimane un brano travolgente, coinvolgente e trascinante: la ritmica e delicata precisione del piano e l’incalzante ritmo degli archi. Ed è così che si è chiusa “un’estate da re” di Caserta, con applausi a scena aperta per ringraziare il maestro Einaudi per il suo spettacolo ma anche per tributargli i dovuti onori di anni e anni di onorata carriera alle spalle