La pandemia da coronavirus ha rispolverato la figura di San Rocco, il Santo che protegge dalla peste
Ieri, 16 agosto 2021, la Chiesa cattolica ha reso memoria a San Rocco, che secondo il Martirologio Romano in Lombardia acquistò fama di santità con il suo peregrinare per l’Italia curando i malati di peste. La rivista “Famiglia Cristiana” ieri, purtroppo ancora in presenza della pandemia, ha pubblicato un ampio e dettagliato servizio su San Rocco, terziario francescano, nato da una famiglia benestante in Francia, a Montpellier, tra il 1345 ed il 1450 e morto a Voghera tra il 11376 e il 1379. Il Santo di Montpellier, protettore dalla peste e più in generale dalle pandemie è diventato famoso per aver attraversato l’Italia curando e confortando gli appestati.
In questo periodo la religiosità popolare sta rispolverando le figure dei Santi più diffusi per contrastare pestilenze, malattie contagiose, pandemie, proprio come quella del coronavirus. Recentemente Papa Francesco si è recato in pellegrinaggio a san Marcellino a via Del Corso, nel pieno centro di Roma, per pregare davanti al Crocifisso ritenuto miracoloso per aver fermato un’orribile pestilenza nel sedicesimo secolo.
Il giovane Rocco, dopo aver venduto i suoi beni si mise in cammino verso Roma e attraversò l’Italia curando e confortando i malati di peste. Nonostante le notizie sulla sua vita siano poche e imprecise, è uno dei Santi più amati e popolari. Invocato dal Medioevo come protettore dal terribile flagello della peste tanto che il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò Santo per la liberazione dall’epidemia che era scoppiata. Ha come emblema il cane, la croce sul lato del cuore, e l’angelo, simboli del pellegrino. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia, Montpellier, in Italia. Certo è che nel luglio del 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti.
L’arrivo a Roma è databile tra il 1367 e l’inizio del 1368 quando Papa Urbano V è ritornato da Avignone. E’ del tutto possibile che il giovane Rocco si sia recato all’ospedale Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il suo miracolo più famoso: la guarigione di un Cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo Cardinale a presentare il giovane Rocco al Pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano del giovane francese. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 e il 1371. Varie tradizioni segnalano la sua presenza a Rimini, Forlì, Cesena, Parma e Bologna. Certo è che nel luglio del 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme ove scoprì di aver contratto la peste. Si rifugiò in una capanna vicino al fiume Trebbia e qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il suo rifugio.
La Provvidenza non permette che il giovane pellegrino morisse di peste e dopo la guarigione Rocco riprende il viaggio per tornare in patria e nel tragitto restò implicato nelle complicate vicende politiche del tempo. Venne arrestato e condotto a Voghera e messo in prigione, vi trascorse ben cinque anni, vivendo l’esperienza carceraria come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi che indussero i presenti ad avvertire il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco, non ancora quarantenne, era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379. Prima di spirare il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul suo petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. Il pellegrino fu sepolto con tutti gli onori e sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto del giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri.
Mons. Filippo Tucci, Primicerio della chiesa San Rocco di Roma, ha evidenziato che dal 1999 è attiva presso la suddetta chiesa, dove per volontà di Papa Clemente VIII dal 1575 è custodita una Insigne Reliquia del Braccio destro di San Rocco, l’Associazione Europea Amici di San Rocco, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati e i bisognosi. Oltre a quello romano altri centri Rocchiani sono: l’Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia, che ne custodisce il corpo; il Santuario di San Rocco della sua città natale di Montpellier; l’Association International che ha sede sempre a Montpellier e che aggrega e collega le diverse associazioni nazionali; l’Associazione Nazionale San Rocco Italia che ha sede a Sarmato (PC), dove avvenne l’incontro con il cane e il Comitato Internazionale Studi Rocchiani che ha sede in Voghera (PV), località da cui prese avvio il culto.