Allarme clima: piove in Groenlandia sulla calotta artica
In questa estate rovente, la pioggia è attesa da tutti come una benedizione divina, per rinfrescare l’aria torrida che sembra arrivata direttamente dall’Inferno, per alimentare le falde acquifere in sofferenza, per portare sollievo ai terreni e alle colture arse dal sole bruciante.
Ma c’è un posto al mondo dove la pioggia non è stata accolta con sollievo, anzi…
Il posto in questione è la Groenlandia e precisamente il suo punto più alto, la calotta glaciale, a 3.216 metri di altitudine.
Per la prima volta dal 1950, anno in cui sono iniziate le rilevazioni metereologiche nella zona, il 14 agosto scorso, gli scienziati della stazione US National Science Foundation hanno rilevato la caduta di pioggia. A quella altitudine, solitamente la temperatura è ben al di sotto dello zero e teoricamente troppo fredda per permettere all’acqua di cadere in forma liquida, ma in questa torrida estate per tre giorni consecutivi, le temperature sono state superiori anche di 18 gradi rispetto alla media, pertanto la pioggia caduta ha costituito un evento senza precedenti, straordinario e allarmante per gli esperti di clima.
Un ennesimo segno del cambiamento climatico in atto e del surriscaldamento della atmosfera terrestre. D’altro canto, il mese di luglio scorso è stato quello più caldo mai registrato sulla Terra da 142 anni e cioè da quando sono partite le prime misurazioni climatiche. A rilevarlo sono stati gli strumenti e dati forniti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, l’agenzia federale statunitense che si occupa di oceani e clima. La temperatura complessiva registrata lo scorso luglio è stata quasi di 0,93 gradi centigradi sopra la media e addirittura in Sicilia, in questo agosto, sono stati sfiorati i 49 gradi, la temperatura più alta mai rilevata in Europa.
Tornando alla Groenlandia, intorno a Ferragosto, violenti temporali sono stati registrati in cima alla calotta, ma gli scienziati non sono riusciti a misurarne l’entità perché il fenomeno, totalmente inaspettato, li ha colti completamente di sorpresa. Nei giorni in questione, sull’isola più grande del mondo sono scesi, grosso modo e complessivamente 7 milioni di tonnellate di acqua, che hanno alimentato lo scioglimento dei ghiacciai, già in atto.
I glaciologi da tempo affermano che “l’acqua sul ghiaccio è un male perché rende lo strato di ghiaccio più incline allo scioglimento della superficie.” Non solo, l’acqua è più scura della neve, quindi assorbe più luce solare invece che rifletterla e l’acqua calda di fusione prodotta si riversa negli oceani, causando l’innalzamento del livello del mare.
Gli studiosi sostengono che il ghiaccio della Groenlandia si sta sciogliendo più velocemente che in qualsiasi altro periodo degli ultimi dodicimila anni, al ritmo di quasi una tonnellata al minuto!
Sono dati davvero allarmanti!
Il livello del mare è già salito di 20 centimetri e salirà fino a quasi 200 entro la fine del secolo… secondo alcuni dati, a fine luglio in un solo giorno, si è sciolto abbastanza ghiaccio da ricoprire tutto lo stato della Florida con 5 centimetri d’acqua. I motivi sono quelli di cui sentiamo parlare da anni: le emissioni di carbonio nell’atmosfera prodotte dalle attività umane che stanno surriscaldando tutto il pianeta.
A quasi 6 anni dagli accordi di Parigi sul clima firmati da 190 Paesi, si dibatte ancora sull’importanza di fare qualcosa per ridurre la nostra impronta sul clima e salvare il Pianeta prima che sia troppo tardi, ma sostanzialmente nessuno Stato si è impegnato veramente a rispettare tali accordi.
Forse tutti pensano, a torto, che ci sia ancora speranza e tempo per questo nostro Pianeta, senza pensare sul serio che invece, con una corsa senza freni, siamo vicini al baratro.