La violenza sulle donne: un male presente anche in estate
In Italia in media, ogni due o tre giorni, un uomo uccide una donna: una compagna, un’amante, una sorella, una figlia, una ex. Tutto questo, molto spesso, accade in famiglia dal momento che non è sempre detto che la famiglia sia il luogo magico in cui tutto è amore. Talvolta la uccide perché la considera una sua proprietà oppure perché non concepisce che una donna appartenga a sè stessa o sia persino libera di vivere come vuole lei. Secondo i dati riportati dall’Osservatorio sul Fenomeno della violenza sulle Donne, dal 1° gennaio al 27 luglio 2021 sono stati compiuti ben 60 femminicidi da parte di coloro che le stesse vittime consideravano mariti e compagni per la vita. In gran parte dei casi tutto ciò si è consumato all’interno delle mura domestiche soprattutto durante il periodo del lockdown dove si è registrato il maggior numero di casi di violenza domestica. Secondo i dati diffusi negli scorsi mesi da D.i.Re (la rete nazionale impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne) sono 2.867 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza del network durante il lockdown dal 2 marzo al 5 aprile 2020. Si tratta di 1224 donne in più (74,5 %), rispetto alla media mensile registrata con il rilevamento del 2018, negli oltre 80 centri sparsi per l’Italia. 806 di questi casi (il 28%) sono nuovi, alla prima richiesta di aiuto. Si assiste ad un aumento esponenziale delle varie forme di violenza soprattutto durante l’estate questo perché durante il periodo di vacanze estive la condizione di riduzione dei contatti esterni, la condivisione prolungata degli spazi abitativi con il partner violento e la difficoltà di contattare i servizi può, quindi, contribuire ad aumentare l’isolamento delle donne e costituire un serio ostacolo all’emersione di situazioni di violenza domestica e assistita. Questo comporta ad un maggiore isolamento della vittima di violenza fisica o verbale che ha come principale conseguenza la perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni e nella legge. In realtà nessuna di queste donne è lasciata sola, grazie ai vari provvedimenti legislativi che sono stati utilizzati nel corso del tempo; basti pensare al Codice Rosso, che ha permesso di riconoscere una serie di reati che prima non erano perseguibili come nel caso del Revenge Porn. Inoltre non bisogna dimenticare la realizzazione del numero gratuito di aiuto immediato del 1522. Altro fattore che le donne non devono mai dimenticare è che questi uomini violenti non potranno mai cambiare e che loro non potranno aiutarli a diventare altri perché la violenza non va mai in vacanza o si chiude da un momento all’altro. Un uomo violento va punito, grazie ai vari strumenti penali previsti dallo Stato e soprattutto rieducato all’amore e al rispetto verso tutti ed in particolare verso le donne.