L’emozionante storia di Terry Fox e la sua Maratona della Speranza
L’estate 2021 ha regalato all’Italia sportiva emozioni e trionfi.
Ultime, ma solo in ordine di tempo, le emozioni e le medaglie arrivate dai Giochi Paralimpici di Tokyo con addirittura un podio storico tutto tricolore nei 100 metri categoria T63, grazie alle sprinter Sabatini, Caironi e Contrafatto, che hanno contribuito a far raggiungere all’Italia il nono posto nel medagliere finale con ben 69 medaglie, di cui 14 del metallo più prezioso.
Quello che ha stupito ed emozionato gli italiani è stata la forza di volontà e la determinazione dei nostri ragazzi che nonostante le difficoltà oggettive, rese tra l’altro ancora più grandi dal Covid19, hanno dimostrato di essere atleti a tutti gli effetti, trasformando i loro gravi handicap in “qualcosa in più”.
Quel qualcosa in più che aveva anche Terrance Stanley Fox, conosciuto da tutti come Terry Fox.
Terry, nato nel 1958 in Canada e morto a soli 23 anni, è stato un maratoneta e un attivista nella lotta contro il cancro. Da ragazzo aveva da subito dimostrato la sua propensione per gli sport e soprattutto una certa determinazione e una grande forza di volontà. Era la guardia titolare della squadra di basket della sua scuola e discreto successo riscuoteva anche nel nuoto. Desiderava diventare insegnante di educazione fisica e per questo prese il diploma presso la Port Coquitlam Ravers, una scuola che adesso porta il suo nome, e successivamente si iscrisse all’università per lo studio della chinesiologia.
Ma una sera, il 12 novembre 1976, subì un incidente stradale riportando un trauma al ginocchio destro e da quel maledettissimo giorno i suoi progetti crollarono e la sua vita cambiò per sempre. La riabilitazione del ginocchio sembrava non funzionare e a distanza di mesi Terry avvertiva ancora dolore. Decise di consultare uno specialista e la diagnosi ricevuta fu terribile: osteosarcoma, un particolare tumore maligno che nella maggior parte dei casi colpisce le ginocchia con la tendenza ad infiltrarsi anche nei muscoli e nel midollo osseo. Non servirono le cure e Terry dovette subire l’amputazione della gamba destra, che venne sostituita da una protesi. Il ragazzo non si arrese però né alla malattia, né all’amputazione e nel 1980, a poche settimane dall’intervento ricominciò a camminare servendosi di una protesi e maturando l’idea di voler completare una maratona come aveva già fatto Dick Traum, che nel 1976 con una gamba sola, concluse la maratona di New York.
A soli 3 anni dall’amputazione decise di intraprendere un’impresa che è rimasta nella storia del suo Paese e del mondo intero, dimostrando ancora una volta, quella determinazione e quella volontà che tanto gli era servita nel praticare lo sport negli anni addietro, prima del tragico incidente. Nel 1979 scrisse alla Canadian Cancer Society e a varie altre aziende per informarle della sua idea di attraversare il Canada a piedi e chiedendo di sponsorizzare la sua corsa. Con grande umanità ed entusiasmo, la Ford donò il camper che servì al suo amico Doug Alward per seguirlo fornendogli assistenza lungo il percorso, la Imperial Oil fornì la benzina e l’Adidas le scarpe usate per la marcia. Il 12 aprile del 1980, Terry partì a piedi dalla costa atlantica del Canada, deciso ad arrivare a quella dell’oceano Pacifico con lo scopo di raccogliere un dollaro per ogni cittadino canadese da devolvere alla lotta contro il cancro. Come in una maratona, percorse ogni giorno 42 chilometri, attraversando la Nuova Scozia, il Nuovo Brunswick, il Québec, l’Ontario.
La sua impresa fu nominata “Maratona della Speranza” e ad ogni passo fu accompagnato dalla solidarietà, dall’incitamento e dall’entusiasmo del popolo canadese, anche se purtroppo non riuscì mai a completarla. Corse 5373 chilometri in 143 giorni, ma il 1° settembre 1980, a Thunder Bay a circa metà percorso, dovette interrompere la sua marcia epica per le nuove metastasi che avevano invaso entrambi i polmoni e che gli impedivano di continuare. Nonostante non avesse terminato la sua maratona, Terry Fox raccolse 1,7 milioni di dollari devoluti alla ricerca. La CTV Television organizzò successivamente una raccolta fondi in suo nome che ebbe ancor più successo e permise di raccogliere oltre 10 milioni di dollari.
Nel frattempo lo sfortunato Terry era diventato un simbolo di speranza e determinazione in tutto il Canada. Morì il 28 giugno 1981, prima di compiere 23 anni. Quel giorno il governo canadese ordinò che in tutto il Paese le bandiere fossero a mezz’asta, un onore riservato fino a quel momento solo ai grandi statisti e nel 1999 un sondaggio nazionale lo ha nominato “il più grande eroe del Paese”. Nella città di Thunder Bay, dove corse il suo ultimo miglio, si può ammirare una statua in bronzo che lo raffigura durante la sua Maratona della Speranza. Il ricordo di Terry Fox e della sua impresa continua a restare vividi nel ricordo, nei cuori e nelle gambe di tutti i runners, non solo canadesi: ogni anno, a settembre, si tiene la “Terry Fox Run” in oltre 56 nazioni, Italia compresa, maratone di 5 e 10 km per raccogliere fondi da destinare alla ricerca sul cancro. Ad oggi si stima che la “Terry Fox Run” abbia raccolto oltre 800 milioni di dollari!
Grazie Terry “per ogni passo che hai fatto verso quel mondo libero dal cancro che hai coraggiosamente immaginato”.