Dietro gli attacchi strumentali a Lamorgese l’infinito scontro nella destra
La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto tutto ciò che doveva fare in rapporto ai poteri che dispone. La destra non strumentalizzi per fini elettorali, perché non è con i comizi e con il manicheismo che si assicura la sicurezza al Paese. Le Forze dell’ordine esistono e presidiano. Nel caso specifico hanno sgomberato e hanno evitato ulteriori problemi all’ordine pubblico. Guardiamo altri Paesi, che molto spesso nel nostro provincialismo indichiamo come esempi. Un rave party in California, a Oakland, nel dicembre 2016: lì si intervenne col manganello, con la legge e l’ordine, 33 vittime. Qualcuno forse ricorderà il caso della Love Parade a Berlino nel 2010: 18 morti e 80 feriti. Qualche giorno fa, in Bretagna, nella Francia, che ha una legge molto ferrea, c’è stato un analogo rave party e sono finiti all’ospedale, fortunatamente non morti, 7 operatori delle Forze dell’ordine. Inoltre bisognerebbe ricordare che la Corte di Cassazione ha stabilito che organizzare un rave party non costituisce un reato in sé, sono le cose che si fanno all’interno che possono essere qualificate come reato. Certo fa sorridere che spesso quelli che chiedono il pugno duro contro i rave siano gli stessi che poi gridano alla dittatura sanitaria per il green pass. La verità è che il tema politico di questa vicenda, con i continui attacchi alla Ministra Lamorgese, è la perenne notte dei lunghi coltelli all’interno della destra italiana.