“Parlami ancora” di Matilde Maisto – Giuseppe Vozza Editore
È recentissimo il libro “Parlami ancora” che Matilde Maisto ha desiderato dedicare al suo amato marito Gianni Cacciapuoti, ritenendolo un dono, un omaggio alla sua memoria e alla sua eccellente persona.
Nella prefazione il Professore Raffaele Raimondo ha ricordato che “Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani…” (U. Foscolo, “Dei Sepolcri” vv. 29-31).
“Oltre la vita, – egli dice – l’umano cammino prosegue nella Vita. E la linfa perenne ha un solo nome: l’Amore. Sono questi i due fondamentali convincimenti che, pagina dopo pagina, hanno dominato la mia riflessione durante la lettura di “Parlami ancora”. Baricentro di questo libro al confine fra due generi – corrispondenza epistolare e memorialistica – è la morte, inattesa e inarrestabile, dell’adorato Gianni.”
In effetti l’Autrice, (foto a lato) a causa del Covid, perde Gianni, il marito, il compagno di una vita. Da qui un insieme atroce di incredulità, impotenza, smarrimento e lancinante dolore. Il tempo si è fermato. Ora è tutto un richiamo di ricordi che affiorano nella mente dell’Autrice, ricordi che lei non tiene per sé, ma inizia a parlarne col marito, come se questi potesse sempre parlarne ancora.
Il libro che ci riporta alla dura realtà di tante persone e famiglie che hanno perso gli affetti più cari, è una narrazione della vita familiare e della solitudine, dell’unione e della separazione, delle gioie e dei dolori, della serenità e della continua inquietudine, insomma dell’eterno rapporto tra vita e morte, il tutto visto nel superamento della finitezza della vita umana attraverso l’aiuto di Dio.
E POI… conclude la bravissima giornalista Francesca Nardi, che con grande gentilezza e disponibilità ha risposto alla mia richiesta di occuparsi della conclusione di questo volume: “e poi… l’ombra perversa di una stagione infame, calò lentamente, come il più torbido dei destini sulle nostre illusioni, depredandole dell’armonia… e facendo strame delle nostre certezze spezzò gli avanzi del tempo e li seppellì lungo i silenzi di un tempo sconosciuto.
Infine l’Amore, la Fede e la sacralità dell’Arte e della Poesia, hanno ispirato Tilde che ha condotto verso di sé la consolazione, l’hanno indotta a raccogliere le pietre preziose della solidarietà fino a rappresentare in queste pagine, un solenne magnificat all’Amicizia…