Gender pay gap, la Camera vota sì alla legge contro il divario salariale di genere. Al Senato l’ultima parola
Il fenomeno del ‘Gender pay gap’ rappresenta una vera e propria piaga per il nostro Paese, che nella lotta contro la disparità salariale di genere occupa una posizione di netto svantaggio rispetto agli altri paesi dell’UE. Un’analisi statistica condotta da Eurostat rivela un dato significativo: le donne guadagnano in media il 16,3% in meno all’ora rispetto ai colleghi uomini, mentre l’Istat individua anche un altro fattore di discriminazione. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, infatti, le donne si ritrovano ad essere fortemente discriminate anche sul fronte della posizione lavorativa. Si stima che la percentuale di donne che ricopre ruoli manageriali sia nettamente inferiore rispetto agli uomini, nonostante il livello di istruzione delle donne sia decisamente superiore (le donne in possesso del diploma sono il 65,1% contro il 60,5% degli uomini, mentre le donne in possesso di un titolo di studio accademico – laurea – sono il 23% contro il 17,2% degli uomini). Una condizione di svantaggio che oggi vede uno spiraglio di luce aprirsi sul fronte legislativo, grazie ad una proposta di legge che ha ricevuto il benestare da parte della Camera. L’Aula dei deputati ha votato all’unanimità a favore della proposta di legge volta ad arginare la disparità salariale di genere, 393 i voti favorevoli e nessun contrario. Il testo del provvedimento legislativo fortemente voluto da Chiara Gribaudo, deputata dem, andrà a modificare l’articolo 46 del codice delle pari opportunità del 2006, disponendo per le aziende con più di 50 dipendenti l’obbligo di redigere un rapporto sulla situazione del personale con i dati sul reclutamento, le posizioni, le opportunità di carriera e i salari. Un rapporto al quale dovranno avere accesso dipendenti, sindacati, ispettori del lavoro, ministero e CNEL, pena una ammenda che andrà dai 1000 ai 5000 euro con conseguente perdita di sgravi fiscali.
L’approvazione del testo di legge segna un passo importantissimo verso l’eliminazione delle disparità salariali legate al genere. La stessa Gribaudo, prima firmataria del provvedimento, ha così commentato lo storico sì da parte della Camera: “Con l’approvazione all’unanimità del testo di legge sulla parità salariale siamo a un passo dall’istituire un meccanismo di trasparenza per milioni di donne lavoratrici, che oggi vengono pagate meno e sono escluse dalle opportunità di carriera rispetto ai loro colleghi uomini. Il percorso di questa legge è iniziato insieme alla legislatura ed è il risultato di un profondo lavoro di studio e dialogo. Il gender pay gap in Italia può arrivare al 20% in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai loro colleghi uomini, mentre solo il 28 dei manager sono donne”. E dopo il sì della Camera si attende ora il voto favorevole da parte del Senato, per far sì che questo disegno di legge diventi realtà.