Angela Pappalardo ha pubblicato belle storie di accoglienza della vita
E’ stato appena pubblicato un bel libro di Angela Pappalardo: “Abbiamo detto Sì. Storie di accoglienza della Vita”, edizioni Punto Famiglia. Angela Pappalardo è la responsabile del Centro Aiuto alla Vita di Cava de’ Tirreni e da oltre trent’anni la sua associazione di volontariato si occupa di incoraggiare le donne in difficoltà a pronunciare il proprio “sì alla vita”. Angela è laureata in sociologia, è mediatrice familiare ed è Counselor professionale. Si è anche specializzata in Bioetica presso l’Ateneo “Regina Apostolorum“ di Roma. Una donna, quindi, che di vita se ne intende. Il libro presenta la prefazione del presidente del Movimento per la vita, Marina Casini e la postfazione di S. E. Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi e Cava de’ Tirreni. Questo bel libro ci piace per diversi motivi, per le bellissime storie raccontate e perché ci fa riflettere sull’oggi. Mi domando: “Perché oggi si assiste ad un vero e proprio sterminio di piccoli esseri innocenti non ancora nati? E soprattutto perché questo avviene proprio ad opera di coloro ai quali è affidata la loro protezione: le mamme, i medici, lo Stato?“ Tra le cause dell’aborto, spiega Marina Casini nell’introduzione, c’è la crisi della famiglia: diminuiscono i matrimoni, aumentano le separazioni e i divorzi con la conseguenza che spesso i concepimenti sono casuali ed è frequente che le donne e la società vedano come un rimedio lo scarto del figlio”. E questo nonostante il fatto che spesso un aborto, anche se avvenuto in una famiglia, determina la rottura dei rapporti tra moglie e marito”. L’aborto cioè, lascia strascichi non solo a livello psicologico nelle donne ma anche nella famiglia e nel rapporto di coppia. Di qui l’importanza dei Centri per la vita e dei volontari, perché la difesa della vita nascente implica la difesa della famiglia e della stessa donna che spesso deve essere tenuta per mano. Non si può uscire, infatti, da un ospedale senza il proprio figlio. Non si può lasciare una clinica sapendo che in un cestino dei rifiuti speciali è rimasta una parte di noi, la più preziosa: un nostro figlio. Grazie ai Centri di aiuto alla Vita, fino ad oggi in Italia sono stati salvati migliaia di bambini destinati a morire nel ventre della propria madre. Le storie che ci racconta Angela Pappalardo, in questo prezioso libro, sono tutte vere ed hanno lo stesso finale: “Nessuna donna, spiega, si è mai pentita di aver portato avanti la sua gravidanza, mentre, spesso, chi vi ha rinunciato, con rimpianto ed amarezza vorrebbe tornare indietro”. Una vita, per nascere, va tutelata. Perché le difficoltà non si risolvono eliminando la vita ma risolvendo le difficoltà. Di qui le belle testimonianze di Anna, mamma giovanissima, vent’anni con già un bimbo di un anno; Lucia con una bambina di un anno e mezzo ed un marito assente, egoista, violento; Maria, 19 anni ed il secondo bambino in arrivo, che viveva in un’unica stanza; Giuseppina, la bella e giovane mammina che aveva già un bambino ed un marito pieno di debiti dovuti al gioco con le macchinette; Filomena, la mamma 43 enne, madre di due bambine adolescenti che non voleva la terza e che poi miracolosamente l’ha fatta nascere all’ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. E poi ancora Carmen, madre di tre figli che voleva rinunciare al quarto bambino. Aveva il marito con un lavoro precario e lei lavorava a tempo pieno per sostenere la famiglia; Eleonora, mamma di tre bambine e con Giuseppe in arrivo; Lina che aveva già abortito due volte, con una famiglia scombinata ed il marito in prigione; Marianna, 23 anni, un bambino di un anno ed un marito falegname con lavoro precario; Rosa, separata e con il terzo bambino in arrivo si recava tutti i giorni a fare pulizie a Salerno; Rita, con due figli, un alloggio indecente ed il marito che vendeva frutta con un furgone incidentato; Gina che aspettava il quarto figlio, in un’unica stanza come casa ed un marito con un lavoro precario; Antonella, diciassette anni, una casa piccola ed il timore di rovinarsi il futuro; Giada 17 anni al secondo figlio. E poi ancora le storie dell’ucraina Tatiana e di suo figlio dagli occhi color del mare, della polacca Caterina, quattro figli, un tugurio, già nonna e con un compagno marocchino, della cinese Yang, che aveva già due bambini piccoli e lavorava tutto il giorno confezionando vestiti in una cooperativa, Federica 20 anni ed un convivente agli arresti domiciliari che per ben due volte, per due diversi figli viene convinta dai volontari a farli nascere. Giovani donne, italiane e straniere, tutte mamme che grazie ad Angela e ad altri volontari hanno capito l’importanza di far nascere il loro bambino, perché un figlio è più importante dell’aborto. Ci viene da dire: “Grazie a Dio che ci sono i Centri di aiuto alla Vita, che tendono la mano alle donne anche economicamente. Nel libro scopriamo anche un altro volontario per la via, Mario Romanelli che, come Angela, ha portato miracolosamente alla vita tanti bambini destinati alla morte, con l’aborto. Entrambi sono convinti dell’alta dignità e sacralità della vita umana fin dal concepimento. La loro attività di volontariato ha salvato tanti bambini, nonostante i numerosi ostacoli e problemi. Un’azione silenziosa, faticosa ma straordinaria: sono convinto infatti che basta anche un solo bambino sopravvissuto all’aborto, a rendere eroica la loro vita e la loro attività di volontariato.