Glasgow, al Fridays for Future la giovane attivista Greta Thunberg dichiara: “La Cop26 è un fallimento”
Ieri, si è tenuto il consueto appuntamento di Fridays for Future al Kelvingrove park di Glasgow, in Scozia. A prendere parte allo sciopero per l’emergenza climatica anche Greta Thunberg e Vanessa Nakate. La giovane attivista svedese, Greta Thunberg, non ha usato mezzi termini nell’affermare che: “È chiaro a tutti che la Cop26 è un fallimento. I potenti stanno facendo solo bei discorsi per nascondere parole vuote e bla bla bla”, denunciando che la conferenza sul clima di quest’anno ha “escluso le voci dal basso”. Ad affiancarla nelle critiche ai leader mondiali anche l’attivista ugandese Vanessa Nakate, che ha dichiarato: “Quanto dovrà passare prima che i leader delle nazioni capiranno che la loro inazione distrugge l’ambiente? Siamo in una crisi, un disastro che avviene ogni giorno. L’Africa è responsabile del 3% delle emissioni storiche, ma soffre il peso maggiore della crisi climatica. Ma come può esserci giustizia climatica se non ascoltano i Paesi più colpiti? Noi continueremo a lottare”, ha gridato davanti a una folla di 10mila persone tra giovani, bambini e genitori accompagnati da cartelli con su scritto: “Salvate il nostro mondo”.
Presente alla manifestazione per contrastare i cambiamenti climatici anche la portavoce italiana di Fridays for Future Martina Comparelli, che, unendosi al coro delle attiviste e dei tanti presenti, ha rilasciato ai microfoni dell’Ansa le seguenti affermazioni: “Siamo arrivati anche noi a Glasgow dall’Italia per dire ai leader che devono trattare l’emergenza climatica come un’emergenza, devono smettere di tergiversare, di usare le nostre parole per poi non prendere decisioni. Basta dare priorità agli interessi delle aziende delle fonti fossili”.
Intanto, questa mattina riprende la manifestazione e la polizia si appresta a gestire una folla di oltre 100mila manifestanti, almeno secondo le previsioni. Nel frattempo, a preoccupare è anche l’ultimo rapporto stilato dall’Oxfam, che denuncia: “Le emissioni di CO2 prodotte dall’1 per cento più ricco dell’umanità, nel 2030, saranno 30 volte superiori a quanto sostenibile per contenere l’aumento delle temperature globali entro l’1,5°C”. Una situazione che preoccupa molto e che sta spingendo i giovani di tutto il mondo a gridare a gran voce un immediato cambio di rotta per evitare la catastrofe a cui il mondo sta andando incontro.