Il clero di Frattamaggiore rende MEMORIA ai sacerdoti frattesi defunti

La Congrega dei Preti del Comune di Frattamaggiore, realtà territoriale della città metropolitana di Napoli, insignita del titolo di Città nel 1992, di Città benedettina nel 1997 e di Città d’Arte nel 2008, si è resa promotrice di una solenne concelebrazione eucaristica, giovedì 11 novembre, ore 11.30, in MEMORIA di tutti i sacerdoti frattesi defunti. La concelebrazione si terrà nel cimitero di Frattamaggiore, cappella cimiteriale della Congrega, e sarà presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Angelo Spinillo, Vescovo della Diocesi di Aversa.
Il Presidente della Congrega, Mons. Prof. Don Angelo Crispino, nel socializzare la meritoria iniziativa ha sollecitato alla “partecipazione orante” i presbiteri, le comunità delle sette parrocchie di Frattamaggiore: San Sossio Levita e Martire, Maria SS. Assunta, San Rocco, SS. Redentore, Maria SS. del Carmine, Maria SS. Annunziata e Sant’Antonio, San Filippo Neri e “tutto il popolo di Dio”.
La Congrega dei Preti ha la sede nel Santuario dell’Immacolata Concezione, Via Roma, 7, Frattamaggiore, che occupa il sito dell’antica e piccola cappella trecentesca dell’Immacolata e dell’Angelo, edificato tra il 1855 e il 1866 ed oggi rappresenta un punto di riferimento per gli incontri teologici e per la cultura ecclesiastica. Il Santuario vanta al suo interno altari antichi, espressioni devozionali dell’ottocento e un bellissimo coro ligneo del 1928 nel presbiterio, opera dell’ebanista Raffaele Mazzotta.
La “vetustà” della Congrega dei Preti di Frattamaggiore è rinvenibile in una sentenza della Giustizia Amministrativa – Consiglio di Stato del 15 aprile 1898, sez. IV, sull’autorizzazione ad accettare lasciti “Se la Congrega dei Preti fosse un ente morale fornito di personalità giuridica secondo le antiche e le nuove leggi, e, avendo trovato che tale personalità giuridica le era stata riconosciuta, almeno di fatto, tanto dal governo borbonico, quanto dal governo italiano …”.
Sono state numerose e significative nel passato e anche di recente le iniziative poste in essere dal Presidente della predetta Congrega, Mons. Angelo Crispino, e tra queste si citano: 13 dicembre 2013 per il 1° centenario dell’Ordinazione sacerdotale di S. E. Rev.ma Mons. Federico Pezzullo, già Vescovo di Policastro; 21 gennaio 2017, nascita in Cielo di Don Francesco Caserta, nella quale, il Presidente Crispino, anche a nome del presbiterio frattese e diocesano, rese MEMORIA al confratello affermando “… Una testimonianza sacerdotale la sua, seria e responsabile, che si traduce in un servizio sobrio e per nulla appariscente, dovunque si trova a svolgere il suo ministero sia nella scuola come docente di religione cattolica sia nel locale ospedale civile “San Giovanni di Dio” come cappellano e particolarmente nei luoghi di presenza sacerdotale per il suo sacro ministero nella parrocchia di San Sossio e nelle Case religiose delle Suore delle Ancelle del Sacro Cuore e nella Diocesi come canonico e confessore del seminario e della cattedrale di Aversa”; 29 aprile 2018, 50° anniversario della morte di Mons. Nicola Capasso, del clero frattese, Vescovo della Diocesi di Acerra dal 1933 al 1966, figura carismatica che si lega specialmente ai giorni dell’eccidio di Acerra del 1943, durante i quali egli scese in strada, affrontò a viso aperto i soldati nazisti e come un padre vicino alla sua gente, fino a ricomporre egli stesso i cadaveri e a portarli al cimitero. Per tale opera, successivamente, rifiutò l’onorificenza. Di grande spessore storico, culturale e religioso fu il discorso celebrativo tenuto nella Basilica Pontificia di San Sossio da Mons. Crispino “… Mons. Nicola Capasso, originario di Frattamaggiore, città non lontana da Acerra, prese la guida della Diocesi a soli 46 anni nel 1933. Operosità e rispetto dell’ortodossia furono al centro del suo servizio di Vescovo, riservando particolare cura alla formazione dei sacerdoti, per i quali fu padre autorevole e affidabile. Non trascurò nulla della vita ecclesiale: attuò nuove relazioni con la società civile e a lui si deve l’ultimo Sinodo della Diocesi. Uomo di cultura, scriveva personalmente il bollettino diocesano. Volle biblioteca e archivio della Diocesi. Sensibile all’arte, ipotizzò un museo diocesano, e un altro da dedicare al patrono Sant’Alfonso. Povero e riservato, occupava solo una parte del palazzo vescovile”.

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