La Caritas di Aversa ha “trovato” casa, orto e giardino a 23 persone senza dimora

Domenica 14 novembre 2021 la Diocesi di Aversa celebra la V Giornata Mondiale dei Poveri e ha socializzato l’evento con un comunicato stampa che recita testualmente “I poveri li avrete sempre con voi: il passo del Vangelo che accompagna la V Giornata Mondiale dei Poveri ci indica la via. I poveri non sono un problema da risolvere o da allontanare, ma vivono con noi, sono parte della nostra comunità”.
Il Pastore della Diocesi normanna S. E. Mons. Rev.ma Angelo Spinillo e la Caritas diocesana guidata dal sacerdote Don Carmine Schiavone hanno posto in essere nell’ambito della V Giornata Mondiale dei Poveri numerose significative iniziative sociali e umanitarie, iniziate sabato 6 novembre u.s. con l’inaugurazione dell’Opera Segno “San Leonardo”, via Roma, 306, Aversa e le stesse si concluderanno domenica, 14 novembre, al Centro Caritas “Madre Teresa di Calcutta”, via Sant’Agostino, Aversa, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Spinillo.
L’Opera Segno “San Leonardo”, casetta e orto: un moggio, cinque mila metri quadrati, entrambi di proprietà della Diocesi, è stata realizzata con i fondi CEI dell’8×1000. La struttura si trova nel cuore della città e consente agli ospiti che prima abitavano la strada e portavano con loro storie di abbandono, violenze, lavoro perso e lavoro nero, alcol e altre dipendenze, di vivere, lavorare la terra e gestire una fattoria sociale. Le persone accolte nella struttura sono ventitré: quindici immigrati e otto italiani e cinque sono donne. Questi tutti i giorni, di buon mattino, escono dalla loro casetta e si portano nell’orto a irrigare, zappare, raccogliere insalata, finocchi, cavolfiori, broccoletti e le uova di galline. Non sono contadini senza dimora, ma sono ex senza dimora.
Il Direttore della Caritas diocesana, don Carmine Schiavone, soddisfatto non poco per il felice esito dell’iniziativa ha affermato che “Durante il lockdown abbiamo riflettuto su come rispondere alle necessità di non abbandonare i senza dimora e abbiamo, quindi, pensato di inserirli in un circuito virtuoso: ne è nato un lungo lavoro fondato sul legame forte con la terra, e dunque con il Creato”.
Il referente del progetto, Davide Griffo, ha dichiarato, senza riuscire a nascondere del tutto il suo compiacimento, che la struttura realizzata è anche una fattoria sociale e un luogo educativo e alcuni degli ospiti “erano vecchie conoscenze, altri li abbiamo scoperti col Covid-19. Ospitarli per tutelarli ci ha permesso di conoscerli meglio e di aiutarli ad uscire dalle dipendenze” e si è soffermato, altresì, a delinearne la loro “storia” e si riporta solo quella di Emilia, sessanta anni, di Caivano che “ha vissuto per anni sotto il portico di una banca aversana, consumando alcol acquistato con i soldi guadagnati come parcheggiatrice abusiva. Ora sta imparando progressivamente a prendersi cura di sé e a tenere le distanze dall’alcol”. Il Direttore della Caritas, Don Carmine Schiavone, in merito alla “storia” di Emilia ha socializzato che “La cosa bella e che qui ha trovato una persona conosciuta in strada verso la quale prova un sincero sentimento di affetto: insieme stanno provando a <ricostruire> sé stessi, la loro capacità di amare”.
Il Vescovo Mons. Spinillo, da sempre attento e sensibile alle esigenze sociali e umanitarie che vedono protagonisti le persone più fragili e più indifese delle realtà territoriali della vasta e variegata diocesi di Aversa (29 comuni di cui 19 della provincia di Caserta e 10 della provincia di Napoli, 96 parrocchie, 361 kmq di estensione, 560.650 abitanti di cui 538.290 battezzati), nell’inaugurare l’Opera “San Leonardo”, ha dichiarato “In questo luogo vogliamo annunciare e condividere un’esigenza e un’esperienza di liberazione. Vogliamo che sia un luogo di liberazione da tutto ciò che rende schiava l’umanità, la incatena, le impedisce di esprimersi al meglio. E questo oggi avviene in tante forme, dal lavoro nero alle dipendenze da sostanze e alcol. Ma anche quel senso di abbattimento che a volte prende tanti dei nostri ospiti, reduci da esperienze negative che li hanno bloccati, impedito a loro di sperare. E così si sono arresi. Qui noi speriamo che possano davvero riprendere fiducia nella vita ed esserne protagonisti” e ha concluso facendo suo lo spirito del messaggio di Papa Francesco “I senza dimora, gli scartati, gli espulsi dalla comunità qui accolgono e propongono uno stile, un modo nuovo e più bello di vivere, più fraterno. Che è quello di condividere la vita. Non a caso sul murale abbiamo scritto <Fratelli tutti!>. I poveri non sono un problema da risolvere o da allontanare, ma vivono con noi, sono parte della nostra comunità. Sono fratelli e sorelle con i quali siamo chiamati a camminare verso la stessa meta: una società più giusta in cui tutti possono essere di sostegno al cammino degli altri, riconoscendo che tutto è dono di Dio. Un dono che va condiviso in fraternità”.

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