A.N.DI.S. “Nascono gli Orientamenti per i sevizi educativi per l’infanzia”
Paola Bortoletto, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale di Maserada sul Piave (TV) nonché Vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici – A.N.DI.S. -, sul blog della predetta Associazione ha socializzato che la Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione ha approvato gli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia, articolati in sei capitoli con struttura reticolare, nei quali il bambino è il protagonista con i suoi diritti e la sua personalità.
La Professoressa Bortoletto nel socializzarne l’approvazione ha evidenziato che “Si tratta di un documento ricco di senso e di significato, a volte ridondante, che dà voce alla cultura educativa sviluppatasi negli ultimi cinquant’anni nei servizi dell’infanzia vista <con gli occhi dei bambini>, (…) in un dialogo costante fra i documenti che riguardano tutto il segmento 0-6 e di continuità con gli altri ordini di scuola” e tale Documento ha presentato il bambino come soggetto capace di costruire legami, esprimere e comunicare emozioni, ricercare e scoprire cose nuove nello spazio e nel “suo” tempo già vissuto ma anche capace di “esplorare” il conosciuto fortemente connotato dalla cultura della sua famiglia di provenienza.
La Dirigente scolastica Bortoletto nell’articolata e puntuale disamina del Documento ha evidenziato che “La realizzazione di patti educativi di comunità come strumenti di un’amministrazione condivisa può rappresentare un forte e convinto investimento (culturale, pedagogico, didattico, economico, politico) per una partecipazione in una comunità educante che partendo doverosamente dalle famiglie vada oltre i confini dei servizi educativi e della scuola, per coinvolgere EE. LL. e organismi del territorio in una presa in carico del bambino, della sua famiglia, del contesto in cui quel bambino e quella famiglia vivono. Se vuole effettivamente essere un investimento <di valore>, nel senso più ampio e qualificante del termine, occorre allora studiare forme e modi perché ogni soggetto coinvolto possa costruire attraverso una rete di responsabilità il percorso di crescita dei bambini e delle bambine. Queste interazioni e le relazioni fiduciarie che dovrebbero scaturirne formano quello che viene chiamato da Coleman il Capitale sociale della comunità”.
L’Autrice ha fornito anche utili e operative indicazioni e opportunamente e saggiamente ha scritto che “Bisognerà coltivare il dialogo con le scuole dell’infanzia, perché fino ad ora è avvenuto in modo occasionale e non strutturato, ed in questo senso le <sezioni primavera>, ponte fra lo 0-3 ed il 3-6 potrebbero diventare laboratorio di idee, azioni, incontri, confronti nel rispetto del bambino e delle sue potenzialità, nel continuo interscambio con le famiglie, nel salutare <promiscuità> formativa di educatori/ci e insegnanti”.
La Professoressa Bortoletto, a conclusione della sua disamina, ha ipotizzato anche che “Un’altra possibilità di interazione potrebbe essere rappresentata dai poli per l’infanzia, ben descritti in linea teorica nelle Linee pedagogiche per lo 0-6, realizzabili secondo i bisogni dei territori, vere fucine per contesti differenti, spazi ragionati a livello pedagogico e culturale, ma anche organizzativo e didattico, professionale e sociale, nuovi e più forti punti luce, per usare la metafora del compianto Giancarlo Cerini, per il pieno riconoscimento di quest’età così essenziale per la crescita armoniosa dei bambini”.