A tutto gas, ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari
Il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5°C è sempre più vicino. Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7°C, di molto oltre gli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi. Eppure, gli eventi catastrofici che già oggi viviamo dimostrano come ogni minimo ritardo nell’avviare un processo reale di transizione ecologica abbia effetti tangibili e drastici sulle vite di miliardi di esseri umani.
La strada indicata dal Governo non è certo quella giusta! Mettere in cantiere nuove centrali a combustibile fossile, come quella a gas, prospettare un fantomatico “nucleare pulito di 4 generazione” o ridurre gli incentivi alle energie rinnovabili, va esattamente nella direzione opposta rispetto ad una vera transizione ecologica. Da più parti si chiede inoltre un aumento della produzione domestica di gas e di petrolio. Solo che, se anche raddoppiassimo la produzione, non riusciremmo neppure a coprire che una piccola percentuale delle nostre esigenze.
L’unica via d’uscita è, come da molti anni il WWF indica, un sapiente mix di risparmio, di produzione energetica da fonti rinnovabili e di un ripensamento profondo delle nostre società, del modo di muoversi a quello di produrre o di nutrirsi.
Per tali motivi numerose associazioni si sono date appuntamento nella mattinata del 12 febbraio in tutta Italia per protestare contro le “bufale fossili e nucleari”. Il WWF Caserta, assieme a Legambiente, SPI GCIL, Ghamaria e Le Nuove Ali, hanno dato vita ad un flash-mob a Piazza del Castello di Acerra. Nella sua zona industriale sono infatti previste sia la riattivazione di una vecchia centrale a gas che la riconversione di un impianto di trattamento di oli esausti. Acerra è al centro di un territorio bellissimo, sia dal punto di vista naturalistico che storico-archeologico, ma altrettanto martoriato, basti pensare alla ex Montefibre, all’inceneritore di rifiuti ed al triangolo della morte (Acerra – Nola – Marigliano), di cui questa cittadina è il vertice più occidentale. Non crediamo che abbia bisogno di altri impianti ad alto impatto ambientale ma, come tutto il nostro Paese, di una politica energetica attenda alla salvaguardia della salute dell’Uomo che coincide, come la recente pandemia ci ha insegnato, sempre più con quella della Natura.