Giovedì 17 febbraio 2022, Teatro Nuovo Napoli – L’ala destra del Dio di cuoio
Luciano Melchionna torna a “giocare” il gioco più bello del mondo con omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo amato gioco del calcio nello spettacolo L’ala destra del Dio di cuoio di cui è autore, con Sara Bilotti, e regista, in scena da giovedì 17 febbraio 2022 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 20) al Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con SportOpera, nell’ambito del Campania Teatro Festival 2021, l’allestimento muove sull’interpretazione di Veronica D’Elia e Sara Esposito, con i costumi a cura di Milla, le musiche di Marco Guazzone, avvolte dalle suggestioni fotografiche di Fabio Schiattarella.
Il calcio secondo Pasolini è il calcio delle porte costruite nel fango, con i pezzi di legno e i maglioni arrotolati sui paletti, ma è anche un luogo sacro della mente e del corpo, nel quale la poesia e la speranza coincidono e si rivelano in un dio sudato che corre sul campo, abile e al contempo incapace, gioioso e ciononostante disperato.
È il calcio di Amedeo Biavati, ala destra del Bologna ‘d’oro’, campione del mondo nel 1938 e poeta del doppio passo, che Pasolini cerca nella scrittura, nelle parole, nella poesia, e nel tempo.
“Il primo battito di questo spettacolo – rivela Luciano Melchionna – ha preso forma dal mio precedente lavoro, Spoglia-Toy, nel quale ho voluto immaginare il dietro le quinte del calcio, lo spogliatoio, per rappresentare la trasformazione e l’evoluzione – o l’involuzione – dello sport più amato nel nostro Paese e che del nostro Paese si fa specchio e desiderio”.
Così ha preso forma L’ala destra del Dio di cuoio, figlio di uno studio matto e disperatissimo sulla figura di Pasolini, su ciò che ha rappresentato e rappresenta nella nostra società, e sul suo amore incondizionato e crudele per la vita, per la poesia, per il teatro e per il calcio,
L’ala destra del Dio di cuoio racconta la perdita di quella primigenia componente di freschezza e di onestà, in cui l’atto del gioco era buttarsi nella vita e competere, portare fuori il meglio di se stessi, condividere gioie e dolori insieme ai compagni, affidando alle parole di Pier Paolo Pasolini la visione di un universo di significati, cui il calcio resta intimamente legato.
E’ un passo a due, in cui si mescolano e s’intrecciano due figure, due voci, due vite, unite in un sogno di ricerca del momento assoluto, incuranti del prezzo che poi si pagherà.
È il racconto visionario e poetico di due anime in gioco, e sul piatto il senso delle cose e quello che noi ce ne facciamo.