Una seconda “Gioconda” simile se non identica? Forse esiste, ed è stata scoperta a Roma

È stata ritrovata a Roma, nel deposito artistico di Montecitorio gelosamente custodita, una copia della Gioconda che come quella esposta al museo Louvre di Parigi, potrebbe appartenere sempre all’artista ed inventore italiano Leonardo da Vinci o ad un suo allievo.
Il Questore della Camera Francesco D’uva ha dichiarato che: “Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione”.
Il Questore dopo la sorprendente scoperta, si è privato della tela e si è prodigato a far sì che l’opera venisse esposta nella sala Aldo Moro di Montecitorio, che assieme alla Sala della Lupa e alla Sala della Regina, rappresenta uno degli ambienti più prestigiosi della Camera.
Il dipinto ritrovato, che sottolineiamo riproduce in modo simile, se non identica, la famosissima “Monna Lisa” di Leonardo, apparteneva alla nobile famiglia romana, come attesta un’edizione del 1852 de “Le Vite” del Vasari”, e 40 anni dopo entrò nel patrimonio dello Stato.
Gli esperti Antonio e Maria Forcellino, sostengono che per la “Gioconda Torlonia” gli allievi del Maestro impiegarono colori della sua tavolozza; che il dipinto presenta pentimenti incongrui con una copia; che le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una “trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”.
Inoltre, a rafforzare l’ipotesi esistono alcuni documenti storici che lasciano ben credere che Leonardo abbia dipinto almeno due “Gioconda”.
Del resto nella storia dell’arte non è una novità che i pittori dipingessero più versioni di uno stesso soggetto, o anche che lasciassero ai propri allievi di effettuarne una copia, proprio per dare la possibilità al committente di scegliere quella che più lo avrebbe soddisfatto. Ad esempio, della «Maria Maddalena in estasi» di Caravaggio ce ne sono 4 o 5 copie, tutte considerate originali, o accadere addirittura che alcune opere ritenute per secoli autentiche si rivelino in realtà delle copie, come sembra essere l’«Ecce Homo» di Caravaggio esposto a Genova; quello considerato ora autentico.
Sarebbe bello per noi italiani, poter asserire che il famoso artista e inventore toscano prima della sua partenza per la Francia, ci abbia lasciato un esempio originale del più bel dipinto, ma dobbiamo attendere ulteriori indagini che saranno avviate nei prossimi giorni per meglio risalire alle origini di questa splendida opera iconica ed enigmatica della pittura mondiale.

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