Ex Ilva: “Non si può chiedere altra CIGS senza confronto su piano”
“È arrivato il tempo di un confronto reale, nonché doveroso, tra i sindacati e Acciaierie d’Italia: poiché la cassa straordinaria è legata al piano industriale per ristrutturazione, come specifica la stessa azienda nella richiesta di CIGS che partirà dal 28 marzo 2022 al 27 marzo 2023 per arrivare addirittura fino al 2024-2025, i lavoratori hanno il diritto di sapere quali siano i veri progetti che l’azienda intende realizzare per la riconversione, cioè il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili”.
Lo dichiara il Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, specificando che “è fondamentale il confronto anche per gestire la forza lavoro posta in CIGS, programmando non solo le uscite, ma anche i rientri attraverso un calendario puntuale, rispettando i tempi, rivendicando l’unico accordo sino ad oggi firmato e cioè quello del settembre 2018, in cui è stabilito il rientro dei lavoratori dell’ex Ilva e controllate in AS, a fine piano. Dal 22 dicembre 2020, quando l’AD di Invitalia ci invitava a siglare il nuovo accordo sindacale per realizzare un prestigioso piano industriale e portare la ex Ilva a diventare la più competitiva azienda produttrice di acciaio green, ad oggi, il quadro è desolante: ci troviamo infatti a ricevere l’ennesima richiesta di ammortizzatori sociali per gestire la riconversione – aggiunge -. Chiediamo pertanto un incontro non più rinviabile con tutti gli attori principali di questa vicenda che è evidentemente impantanata: si finge dì cambiare in realtà per non cambiare nulla, mentre i lavoratori vedono diminuire il loro salario, l’indotto è in ginocchio e le fatture sono inevase da mesi. Basta con le vane promesse – conclude Spera – è arrivato per ognuno il momento di assumersi le proprie responsabilità”.