Il romanzo 1984 di Orwell: triste profezia Russia-Ucraina o inevitabile realtà? Echi e autori del passato
“Europa, Europa, non lasciare che i tiranni in trono/ Scorgano salvezza nel tuo passato: la catena/ Spezzata dilla con coraggio spezzata per sempre/ Dà leggi ai re, ai grandi imponi un freno/ E sugli errori del passato costruirai un destino più sereno”.
Così terminava la poesia “On peace” scritta da John Keats nel 1814, al termine del conflitto anglo-francese (1803-1815) parte delle guerre napoleoniche. La pubblicazione del componimento, che mirava ad incitare un clima pacifico e armonioso nell’Europa embrionale del tempo, lo segnò come bersaglio di attacchi da parte di fazioni nemiche, ma il giovane poeta britannico, eccitato dall’idea del progresso politico e di una riforma democratica, scelse di non tacere.
Oggi tali versi risuonano inquietantemente attuali alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina, di cui siamo tristi spettatori da circa una settimana.
Oltre mezzo milione di profughi in fuga in quello che è uno scenario surreale, a tratti distopico, dove la descrizione del regime descritto in “1984” ad opera dello scrittore, giornalista e attivista britannico George Orwell, sembra prendere vita.
-Londra, 1984- La terra è divisa in tre potenze governate da regimi totalitari: Oceania, Eurasia, Estasia. Il primo dei tre regimi è governato da un Partito basato sul “Socing”, termine che indica un socialismo estremo il cui slogan recita: “la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. Ogni forma di libertà d’espressione è bandita; il Big Brother, termine con il quale viene designato il misterioso dittatore dall’occhio arcigno a capo del regime, dai suoi teleschermi ha il controllo perfino sui pensieri privati dei cittadini e ogni atto eversivo è punito con l’arresto. Le città sono sorvegliate dalla Psicopolizia, pattuglie militari con il compito di individuare e punire la popolazione affinché non dica o pensi cose scomode.
-Russia, 2022- Liza, Gosha, Matvey, David e Sofya sono cinque bambini russi arrestati a Mosca: portavano disegni contro la guerra all’ambasciata ucraina.
George Orwell non lo sa e mai potrà saperlo, ma il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha intrapreso un’offensiva su larga scala ai danni dell’Ucraina: “Ho preso la decisione di un’operazione militare speciale in Ucraina. In caso di interferenze straniere reagiremo. Vogliamo smilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina” afferma Vladimir Putin.
“Mi appello a voi non da presidente, ma da cittadino dell’Ucraina. Siamo diversi ma questo non è motivo per essere nemici. Gli ucraini non vogliono la guerra, ma se saremo attaccati ci difenderemo” ribatte Volodymyr Zelensky.
Si tratta di un atto brutale di guerra ingiustificato, che, come sottolinea Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, sancisce “l’arrivo della guerra in Europa”.
Dall’inizio del conflitto sono più di 7000 i cittadini russi arrestati per aver manifestato il proprio dissenso contro la politica di Putin.
“Soldato lancia la tua arma e sarai un eroe”. Così recitava il cartellone nelle mani di Yelena Osipova, 80enne russa sopravvissuta all’assedio di Leningrado, arrestata anche lei come i cinque bambini.
Così come Yelena anche il protagonista del romanzo 1984 di Orwell, il 39enne Wiston Smith viene sottoposto al fermo, condotto nella Stanza 101 e reso vittima di un “lavaggio del cervello”. Smith non è un cittadino mentalmente malleabile, tantomeno condivide o sopporta gli obiettivi del regime, anzi, alimenta il proprio pensiero critico correggendo articoli e libri dove viene distorta la storia, modificandoli sulla base di notizie ben fondate e veritiere che non alimentino la fama del Big Brother. Wiston inizia a scrivere un diario per far sì che la memoria di ciò che accade resti salda nella sua mente e venga tramandata nel modo corretto.
Il Big Brother per proteggere la sua falsa propaganda introduce una neolingua conosciuta sotto il nome di Newspeak: una cultura dominante, unilaterale, piatta e indispensabile per uniformare il pensiero, massificando e atrofizzando la possibilità di esprimersi.
-Russia, 2022- Rischia fino a 15 anni di carcere chiunque parli negativamente della guerra contro l’Ucraina. È concesso utilizzare “operazione militare speciale”. Approvata dalla Duma all’unanimità, la legge introduce responsabilità criminale per la diffusione di informazioni false riguardo le forze armate russe. Banditi i termini “invasione”, “offensiva” e “dichiarazione di guerra”, sostituiti da “operazione per il mantenimento della pace.
Nel romanzo di Orwell, Wiston, al momento della scarcerazione guarda con ammirazione un manifesto del Big Brother, un chiaro cambiamento ideologico. Sopravvissuto al “lavaggio del cervello” come troverà dunque la morte il protagonista? Ucciso da un proiettile, ma da fautore del misterioso dittatore.
-Russia, 2022- “Mamma non sono più in Crimea. Sono in Ucraina, c’è una guerra vera qui. Bombardiamo tutte le città e attacchiamo anche i civili. Ci avevano detto che ci avrebbero accolto a braccia aperte e invece si gettano sotto i cingolati dei nostri carri e ci chiamano fascisti. Mamma ho paura. È difficile…”
L’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite ha letto la sopra riportata chat telefonica tra un soldato russo e la madre. “Quel soldato russo è morto” ha affermato l’ambasciatore.
Ucciso da un proiettile, ma da fautore di un dittatore, come Wiston Smith.
Non vi è gloria personale, fine propagandistico o ideologico che tenga dinanzi alla guerra, solo morte, buio, strazio, silenzio, stasi, vuoto.
La sofferenza che troviamo nei denti digrignati, le mani gonfie, gli occhi sbarrati rivolti verso la luna come in “Veglia” di Giuseppe Ungaretti.
“Tieni questi semi di girasole, quando morirai nasceranno dei fiori” dice una donna ucraina rivolgendosi a un soldato russo: la pace che risponde alla guerra con una carezza, una scena che riporta alla mente l’opera “Foglie d’erba” di Walt Whitman, poeta e giornalista statunitense, che afferma: “il più piccolo germoglio dimostra che non c’è morte in realtà/ E che se mai ci fosse porterebbe alla vita”.