“Spellbound – Scenografia di un sogno”, questo il titolo dell’evento dedicato ai due Maestri dell’immagine Salvador Dalí ed Alfred Hitchcock
La mostra si terrà dal 14 aprile 2022 presso la Basilica della Pietrasanta, nel centro storico della città di Napoli, ormai da settimane costellata da manifesti raffiguranti i volti dei due geni.
«Guardate la Pietrasanta, vedrete una chiesa. Entrate dentro, vedrete la bellezza», queste le parole che Raffaele Iovine – Presidente dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS – adopera per descrivere l’antica Basilica che ospita le bellezze della mostra, un percorso multisensoriale che si snoda lungo oltre cento opere originali dell’artista catalano. Queste ultime si intrecciano a una narrativa dal taglio cinematografico.
È infatti la prima volta che viene esposta in Europa la scenografia realizzata da Salvador Dalí per il film «Io Ti Salverò» del 1945 di Alfred Hitchcock, in lingua originale «Spellbound», con Ingrid Bergman e Gregory Peck. La rivoluzione sul piano cinematografico dell’epoca fu proprio la rappresentazione filmica del sogno, fin ad allora raffigurato da una «nebbia che confonde i contorni delle immagini» o dallo «schermo che trema», queste le parole di Hitchcock, il quale invece predilige i «tratti netti e chiari», i contorni taglienti e le immagini piene di luce dei quadri di Dalí e de Chirico – cornici riempite dall’illogico.
Un’illogicità che si cela per poi irrompere improvvisamente nell’intreccio, come si può osservare in altre note pellicole di Hitchcock, in cui l’ordine delle cose e del quotidiano è scosso da individui dalla psiche disturbata. È importante infatti osservare come, proprio nei primi decenni del Novecento, gli studi in ambito psichico abbiano permesso di scoprire e comprendere angoli inaccessibili della mente umana.
Il punto centrale del loro percorso artistico – e anche della mostra stessa – è quindi la lotta alla logica, ai nessi razionali di tempo e di causa, e l’accettazione di ogni aspetto dell’irrazionale, dal gioco alla magia, dal caso all’assurdo, poiché solo così si può affermare la totalità dell’essere.