In Francia riconfermato Emmanuel Macron, una vittoria sofferta e fragile
Emmanuel Macron vince al ballottaggio contro la sua avversaria Marine Le Pen, con il 58,55% dei voti e si conferma Presidente della Francia, facendo tirare un sospiro di sollievo all’Europa intera.
Con questo secondo mandato consecutivo, entra nella ristretta cerchia di Presidenti francesi che hanno ottenuto la fiducia dei loro connazionali per due volte consecutive: prima di lui era toccato dapprima a Charles De Gaulle che fu eletto nel 1959 e nel1966 (anche se non portò a compimento il secondo mandato perché si dimise nel 1969), a François Mitterrand eletto nel 1981 e nel 1988 e infine a Jacques Chirac, eletto Capo dell’Eliseo nel 1995 e nel 2002.
Da un’analisi superficiale dell’esito dei voti, si potrebbe parlare di trionfo, ma in realtà dietro questi numeri, si cela altro.
Prima di tutto l’alta percentuale di disillusi o “arrabbiati” che non sono andati a votare, determinando un astensionismo pari al 28,8%, percentuale record mai raggiunta in precedenza.
Poi Marine Le Pen. La leader del partito di estrema destra ha ottenuto oltre 13 milioni di voti, raggiungendo il 41,45%, e seppur sconfitta, ha guadagnato circa otto punti percentuale in più rispetto alle elezioni del 2017, quando il suo partito si fermò al 34%, dichiarando che per lei e per i suoi seguaci, questi numeri equivalgono ad una vittoria eclatante, e sono già pronti e agguerriti per dar battaglia alle prossime elezioni politiche. Anche secondo molti analisti di geopolitica non è stata bocciata definitivamente, anche se certamente ha pagato le sue posizioni troppo filorusse di questi anni e di questi mesi in particolare e nelle elezioni politiche di giugno, potrebbe catalizzare un alto numero di consensi, tale da mettere a rischio la maggioranza in Parlamento di Macron. Molti leader politici europei e mondiali si sono congratulati con Macron per la sua rielezione. Fra i primi il leader italiano Draghi, che ha sottolineato come la riconferma all’Eliseo di Macron sia un vantaggio per tutta l’Europa, sempre più determinata a trovare strade comuni per affrontare le sfide di questi tempi, a partire da quella della guerra in Ucraina. Al giovane Presidente francese sono arrivate le felicitazioni del leader cinese Xi Jinping, di quello inglese Boris Johnson, di quello tedesco Scholz, del Segretario di Stato americano Blinken e di tanti altri, mentre quello portoghese Rebelo de Sousa ha ribadito come la vittoria di Macron sia una vittoria di tutta l’Europa contro la xenofobia e le discriminazioni di qualsiasi genere. Al riconfermato Presidente sono arrivati gli auguri anche dei due leader dei Paesi in guerra, Zelensky e Putin.
La stampa francese non si esalta per la vittoria di Macron, e preferisce sottolineare invece come il Paese sia profondamente diviso. Le Figaro ha titolato “Emmanuel Macron rieletto, la battaglia delle legislative è già iniziata” e Le Monde “Per Macron una serata elettorale senza trionfo, segnata dal risultato storico dell’estrema destra e dal timore di un terzo turno politico e sociale”.
Il Presidente sembra essere consapevole del lavoro “sporco” che lo attende.
Nel discorso sotto la Torre Eiffel dopo la rielezione, ha ammesso di essere a conoscenza che molti francesi hanno votato per lui, non per sostenere le sue idee, ma per fermare quelle dell’estrema destra, che proprio per questo il voto lo obbliga per gli anni a venire e che saprà rispondere al sentimento di rabbia che circola nel Paese.
Avrà altri cinque anni a disposizione per completare il suo progetto politico che vede i giovani in prima linea, mentre a livello internazionale già ha dato al Paese transalpino un ruolo di primissimo piano dopo i passi indietro fatti con Sarkozy e Hollande e favorito senz’altro anche dalla Brexit e dalla dissennata politica internazionale di Donald Trump.
Una Francia solida, senza lotte e contestazioni interne, che combatte il terrorismo e la xenofobia, non può che far bene a quest’Europa, messa sotto pressione dalla pandemia da Covid-19, dalla continua insorgenza di correnti nazionaliste e nostalgiche e adesso anche assediata ai suoi confini e messa a dura prova da una guerra assurda.