La città di Acerra accoglie il Presidente della Repubblica, per la cerimonia in occasione del 77° Anniversario della Liberazione

Il 25 aprile 2022, accolto da un tripudio di bandiere tricolore e dagli applausi dei tanti cittadini accorsi per l’evento, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, a metà mattinata ha raggiunto la città di Acerra, per presenziare presso il Castello dei Conti alla cerimonia della Liberazione, ricordiamo che in questa città tra il primo e il 3 ottobre del 1943 ci fu una terribile rappresaglia delle truppe naziste in fuga dall’Italia meridionale. Le vittime accertate furono circa 90, uomini, donne, ma anche bambini: il più piccolo, Gennaro Auriemma, aveva solo un anno. La città fu messa a ferro e fuoco e ne è stato riconosciuto il martirio nel 1999 con il conferimento della medaglia d’oro al merito civile.
“Rivolgo un saluto al Sindaco di Acerra e, attraverso di lui, a tutti gli acerrani, assicurando che la mia presenza è naturalmente legata all’importante occasione che ci riunisce ma intende anche manifestare vicinanza alla città e alla qualità della vita in questo territorio e attenzione ai suoi profili sociali e ambientali. È un momento particolarmente ricco di significato celebrare il 25 aprile, la ricorrenza della Liberazione, qui ad Acerra, medaglia d’oro al merito civile, teatro – nell’ottobre del 1943 – di una terribile strage di civili innocenti, per molto tempo quasi dimenticata”, con queste parole il Presidente della Repubblica ha cominciato il suo discorso, nel proseguire ha aggiunto: “Furono resistenti i combattenti delle montagne, le tante staffette partigiane, i militari che, perdendo la vita o subendo la deportazione, rifiutarono di servire sotto la cupa bandiera di Salò. Furono resistenti, a pieno titolo, le persone che nascosero in casa gli ebrei, o i militari alleati, coloro che sostenevano la rete logistica della Resistenza. Furono resistenti gli operai che entrarono in sciopero al Nord, gli autori di volantini e giornali clandestini, gli intellettuali che non si piegarono, i parroci che rimasero vicini al loro gregge ferito. Le vittime innocenti delle tante stragi che, in quella terribile stagione, insanguinarono il nostro Paese”.
“La Resistenza contro il nazifascismo contribuì a risollevare l’immagine e a recuperare il prestigio del nostro Paese. Fu a nome di questa Italia che Alcide De Gasperi poté presentarsi a testa alta alla Conferenza di pace di Parigi. Questo riscatto, il sangue versato, questo ritrovato onore nazionale lo celebriamo oggi, insieme a tutta l’Italia, qui ad Acerra. Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei. Avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi. Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare ad essere il cardine della vita d’Europa. Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente ove sia minacciata o conculcata”.
Inoltre il Capo dello Stato ha anche ricordato il terribile momento che sta attraversando il popolo ucraino: “Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”, verso della canzone “Bella Ciao”, nella quale le parole del testo evocano la libertà, la lotta contro le dittature e l’opposizione agli estremismi, e per questa ragione è sempre stata considerata la canzone simbolo della Resistenza italiana.

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