A.C.A.N.: la prima estesa rete di comunicazioni, antenata di Internet, nata per la World War II
Nata come ARPANet nel 1969, dal nome dell’agenzia americana che la sviluppò e alla fine la impose in tutto il mondo, la rete Internet, che bramiamo quotidianamente come lo “specchio della strega di Biancaneve”, ne ha fatta davvero tanta di strada prima di arrivare a giusta maturazione. Sebbene diverse voci autorevoli affermino che la “rete” non sia nata come progetto militare, piuttosto come sistema per collegare le più geniali menti scientifiche americane, al fine di battere i sovietici nella corsa allo spazio, il network globale finì ben presto per diventare l’evoluzione militare di quelle “super comunicazioni” già viste durante la Seconda guerra mondiale!
Dalle prime idee, tese a consentire la nascita di biblioteche virtuali consultabili da qualsiasi luogo del pianeta, fino alla reale intuizione della costruzione di una rete distribuita di personal computer interconnessi, tutti gli studi si concretizzarono nel 1969 grazie al collettore scientifico ARPA (Advanced Project Research Agency), un’agenzia che nel 1972, guarda caso appena tre anni dopo, si trasformava in DARPA (Defense Advanced Project Research Agency) quando la rete ARPANet, progenitrice di Internet, aveva già mostrato il suo straordinario potenziale.
Ma la storia della “rete”, che come già ironicamente segnalato finisce spesso nelle diatribe tra primatisti scientifici e più concreti militaristi, può essere addirittura analizzata in senso archeologico andando a rileggere la tecnologia di comunicazione usata dai vincenti Alleati negli anni ’40. Si sa, se in guerra le armi di terra, aria e mare sono, come la numerosità e l’addestramento dei militari, i principali mezzi su cui un Paese fa affidamento per difendersi o, purtroppo, attaccare il nemico, gli aspetti logistici e di comunicazione, molto meno visibili ed epici, sono però i più vitali e strategici per qualsiasi impresa bellica. Senza la capacità di comunicare rapidamente con tutte le varie unità di combattimento, un qualsiasi ufficiale, soprattutto di altissimo rango, non è in grado di controllare l’evoluzione della battaglia sul campo. Senza poter ricevere informazioni dal terreno di scontro, impartendo i corretti ordini, qualsiasi potenza militare diviene banalmente un concentrato di mezzi e uomini destinati alla disorganizzazione e poi alla distruzione. In poche parole, come evidenziato proprio dal fallimento dei nazisti, finiti senza risorse, in molti casi tagliati fuori dalle fondamentali direttrici di comunicazione, perfino della essenziale “intelligence”, la differenza tra vittoria e sconfitta spesso passa proprio da un efficiente e tecnologicamente avanzato network di comunicazione. E furono proprio i vertici a stelle e strisce, durante la WW2, a dare la responsabilità di questo fondamentale aspetto all’organizzatissimo US Signal Corps, il reparto comunicazioni diremmo oggi, capace di costruire e gestire una tra le più moderne reti mondiali di comunicazione per autorità militari e civili, una vera e propria antenata di Internet, una premessa concreta oserei dire, quella che veniva definita rete ACAN (Army Command and Administrative Network), portata fin dentro la Reggia di Caserta che, nel novembre del 1943, diventava il grande HQs (quartier generale) da cui gestire la guerra in Europa fino alla sconfitta della Germania hitleriana.
Proprio a Caserta gli uomini della Signal Corps Section americana, successivamente supportati anche dai famosi REME britannici, si prodigarono per installare rapidamente, dopo lo Sbarco di Salerno e l’occupazione di Napoli, la fondamentale rete di comunicazione necessaria a coordinare tutte le operazioni militari nell’Italia via via liberata dai tedeschi. In particolare, questo reparto di ingegneria dell’esercito americano, che tra le altre cose realizzò una grossa fetta delle bellissime testimonianze fotografiche della guerra nel nostro Paese, già a metà ottobre del ’43 aveva inviato un gruppo di tecnici per verificare la migliore area utilizzabile per gli apparati da portare nella città del Palazzo borbonico per eccellenza. Comandati dal Colonnello Emil Lenzner, i tecnici iniziarono ben presto a bucare la facciata della struttura vanvitelliana per passare i numerosissimi cavi elettrici e spostare il centro della rete ACAN, precedentemente impiantato ad Algeri, al fine di gestire teoricamente fino ad un milione di gruppi radio e fino a 7.000 messaggi rapidi giornalieri tra telefoni, telegrafi e i primi rudimentali fax. Al grido di “wiring the Palace”, cioè cablare Palazzo Reale, si pose la prima grande pietra di una rete globale che al giugno 1945, quindi alla fine della guerra, poteva collegare rapidamente e con efficienza i centri di Londra, Hawaii, Nuova Delhi, Karachi, Chungking, Algeri, Cairo, Bassora, Casablanca, Accra, Asmara e tante altre aree sparse in tutto il globo con il War Department Signal Center (nome in codice “WAR”) di Washington.
Davvero interessante sapere che già negli anni di guerra, con enorme vantaggio per le operazioni militari e di coordinamento amministrativo e politico, la rete ACAN consentiva la regolare trasmissione, sebbene in forma più primitiva di ciò che anche oggi conosciamo come FAX, dei cosiddetti messaggi «facsimile». Nel manuale tecnico della ACAN NETWORK, una vera miniera di informazioni e curiosità, si nota la puntuale descrizione di questo importante strumento di comunicazione: «FAX. Il facsimile comprende la trasmissione […] di materiale grafico statico comprese immagini, schizzi, testo e scrittura a mano. Immagini (comprese fotografie scattate da aeroplani), con sovrapposizioni di mappe e schizzi che possono essere mezzi preziosi per trasmettere informazioni. I vantaggi di questa apparecchiatura sono la sua capacità di trasmettere schizzi, fotografie e simili ad una velocità elevata. Ad esempio, uno schizzo di 4 x 5 pollici (10 x 13 cm) può essere trasmesso in circa 7 minuti; uno schizzo di 12 x 17,14 pollici (30,5 x 43 cm) in circa 30 minuti, mentre 50 pollici (127 cm) di testo scritto a mano in 1 minuto».
Insomma, se la vera Internet è sorta per la grande sfida fredda tra USA e URSS, le sue più antiche radici, come quelle di tante altre tecnologie che usiamo ancora oggi, ad esempio il telepass, il microonde o l’antitaccheggio, vanno cercate negli episodi storici del secolo scorso e nella sua più tragica espressione: la Seconda guerra mondiale.